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I commercianti di Varallo non vogliono perdere l’Alpàa
«Per molti di noi sono i dieci giorni che fanno la differenza nel bilancio dell’anno».
I commercianti di Varallo non vogliono perdere l’Alpàa. «Per molti di noi sono i dieci giorni che fanno la differenza nel bilancio dell’anno».
I commercianti di Varallo non vogliono perdere l’Alpàa
I commercianti del centro di Varallo non vogliono perdere l’Alpàa e, per quanto possibile, la sostengono anche con il loro contributo. In cittàla preoccupazione è palpabile dopo che il Comitato ha annunciato che l’edizione 2023 potrebbe saltare per una serie di problemi di vario genere.
A parlarne con preoccupazione sono proprio i titolari di alcune attività commerciali del centro cittadino: persone che da quei dieci giorni della manifestazione riescono a trarre benefici sia di guadagno immediato come bar e ristoranti sia tenendo aperti i negozi sfruttando l’evento come vetrina con le persone che ritornano anche in seguito per acquisti mirati puntando quindi alla fidelizzazione del cliente.
Un evento importante
«L’Alpàa – commenta Sabrina Costenaro titolare insieme al marito del negozio “India e Dintorni” – è importantissima per un’attività come la nostra. Non soltanto per quello che viene venduto nel corso dei suoi dieci giorni ma soprattutto per far tornare le persone che in quelle serate vedono i prodotti e sanno di poter trovare da noi quello che cercano. Noi abbiamo sempre dato il contributo richiesto e, pensando che fosse troppo esiguo, abbiamo cercato di arricchirlo prendendo uno degli stand in un’altra zona della città oppure contribuendo in altri modi».
Anche le due titolari del laboratorio di restauro “Luci e Ombre”, Mara Moscatelli e Chiara Salina, hanno sempre sostenuto il comitato e ritengono che la cifra richiesta sia più che accessibile a fronte di una manifestazione che, per la tipologia della loro attività funge soprattutto da vetrina.
«Questa manifestazione – aggiunge Vincenzo Forestieri titolare dell’Enoteca di Varallo – è la più importante dell’estate valsesiana e contribuisce a mantenere viva la città per questo la sostengo con piacere».
Con l’Alpàa fin dalla sua prima edizione
E c’è anche chi l’Alpàa la sostiene dalla sua primissima edizione: «Ho preso parte – racconta Carla Corte, titolare di una gioielleria in via Umberto – alla prima Alpàa aiutando mia madre nel suo stand. Nel 1977 ce ne erano quattro in totale, ma poi la ho vista crescere sempre più fino a diventare la manifestazione per eccellenza della nostra valle. Sarebbe un vero e proprio peccato perdere tutto il lavoro fatto negli anni».
«Senza Alpàa – conclude Silvia Strada, titolare del Café Bonheur – per un’attività come la mia sarebbe davvero una grande perdita. Le entrate di quei dieci giorni mi permettono di arrivare a fine anno come si deve. Per questo le attività che possono permetterselo e che durante la manifestazione hanno entrate maggiori come bar e ristoranti dovrebbero contribuire con una somma maggiore. Ognuno deve contribuire per il bene di tutti».
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Gianni
18 Marzo 2023 at 9:54
Beati voi che siete messi meglio !!!!!