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Uno stambecco delle Alpi fotografato in val Mastallone

L’immagine scattata dalla direttrice dell’ente di gestione Aree protette Valsesia.

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Uno stambecco delle Alpi fotografato in val Mastallone. L’immagine scattata dalla direttrice dell’ente di gestione Aree protette Valsesia.

Uno stambecco delle Alpi fotografato in val Mastallone

«Le mani tremano, un po’ per l’emozione e un po’ per il freddo, mentre nel Vallone di Roy inizia a cadere la neve. Attraverso le potenti lenti del binocolo e del cannocchiale, ci appare un animale che non ci aspettavamo di incontrare qui: un sub-adulto maschio di Stambecco delle Alpi, la Capra Ibex».

Così la direttrice dell’ dell’ente di gestione Aree protette Valsesia, Lucia Pompilio, racconta l’emozione di aver scoperto la presenza nella val Mastallone un adulto maschio di stambecco delle Alpi. Un incontro assolutamente non previsto durante l’attività di monitoraggio degli ungulati selvatici.

“Un incontro straordinario”

Appena ha individuato l’animale ha scattato rapidamente un paio di foto, prima che lo stambecco sparisse rapidamente. «Non sarà un’opera da Pulitzer, vista l’eccessiva distanza, ma il suo valore è inestimabile: è il primo scatto esclusivo di questa specie nella valle», commentano dall’Ente parchi Valsesia. «Siamo incredibilmente felici di condividere con voi questo momento speciale, un segnale straordinario per la biodiversità della nostra amata valle».

Lo stambecco alpino

L’animale fotografato viene classificato come “un bovide di medie dimensioni, caratterizzato da forme robuste e pesanti”. I maschi adulti hanno un peso che oscilla da un massimo autunnale di 100-115 chili a un minimo primaverile di 65-75 chili. Di taglia più ridotta, la femmina ha un peso tra i 45 e i 65 chili.

Perchè lo stambecco alpino è in pericolo? Ci sono voluti circa 400 anni, tra il 16mo e 19mo secolo, perché l’uomo estinguesse quasi completamente lo stambecco alpino (o Capra Ibex, secondo il nome scientifico) un tempo ampiamente diffuso su tutte le Alpi. La causa principale di questa forte contrazione è stata la caccia intensiva, che a sua volta trovava fondamento in differenti motivazioni.

Le densità medie attuali, calcolate rispetto all’estensione delle aree complessive di attuale presenza (sia estiva, sia invernale), sono pari a 3,2 capi al chilometro quadrato nelle Alpi Occidentali, contro i 3,8 capi al chilometro quadrato stimati nelle Alpi Centrali e i 2,9 capi nelle Alpi Orientali.

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