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Cultura e turismo

Piergiorgio Odifreddi al Festival dell’eresia di Valdilana

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Piergiorgio Odifreddi al Festival dell’eresia di Valdilana. Il matematico, saggista e accademico piemontese, sarà tra i protagonisti della manifestazione proposta a Trivero dal 28 al 30 marzo tra il teatro Giletti, la Fabbrica della ruota e la chiesa di Matrice.

Piergiorgio Odifreddi al Festival dell’eresia di Valdilana

Come la scorsa edizione, anche quest’anno numerosi saranno gli ospiti celebri che interverranno al Festival. E Odifreddi sarà uno di questi. Il tema di questa edizione è proprio l’approfondimento del rapporto tra eresia e scienza. Il matematico nel suo primo libro “Il Vangelo secondo la scienza” ha proposto una visione secondo la quale la scienza, la matematica e la logica affrontano, riformulano, e a volte risolvono, problematiche che storicamente sono state considerate di pertinenza della religione. Nel suo libro più noto “Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)” ha proposto invece una lettura del Pentateuco e del Nuovo Testamento da un punto di vista razionalista indicandone a suo giudizio le incongruenze e gli anacronismi. Nell’ambito del programma del festival infine ci sarà anche spazio per la musica con un omaggio a Fabrizio De Andrè con “La buona novella e altre canzoni”

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2 Commenti

1 Commento

  1. Roberto

    10 Marzo 2019 at 12:30

    Simone Weil considerava l’inimicizia fra scienza e religione «lo scandalo del pensiero moderno». Affermò che la scienza avrebbe dovuto accettare i propri limiti e non avere velleità di riuscire esaustiva, perché il suo compito rimane l’amore contemplativo del divino, mentre alcuni matematici e filosofi con la ragione e la filosofia, abbassano Dio alla loro misura e pretendono di eliminarlo dalla coscienza umana.
    Ignorano deliberatamente che l’oggetto della fede è l’assurdo, è l’odio per il mondo, il paradosso, l’irrazionale, e che l’essenza della vita cristiana è la sofferenza, la persecuzione, il martirio.
    Appartiene all’essenza del cristianesimo che la ragione non possa darsi il fondamento intrinseco della verità rivelata. Dio stesso dicendo: “Credete in me e nelle mie parole”, vuole significare che la ragione, seppur necessaria per comprendere e coltivare la fede, debba riconoscere che esistono dei limiti invalicabili: la ragione può stabilire che l’oggetto della fede trascende la ragione e non può dipendere da questa. Riprendendo Kierkegaard, potremmo dire che la ragione debba comprendere che la fede non si può né comprendere, né spiegare col raziocinio.

  2. oliviero

    11 Marzo 2019 at 11:53

    beh, quando se ne andrà, avrà delle belle sorprese da colui che ha criticato. di Dio ce ne è uno solo e non è lui, grazie a Dio

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