Attualità
A Boca sono le caprette a tenere pulito il parco
All’inizio erano in due, ora sono 12: sono le caprette tibetane che l’amministrazione comunale utilizza per tenere pulita la zona vicino alla scuola. E’ un dipendente comunale a occuparsene.
A Boca sono degli operai d’eccezione ad avere l’incarico di tenere pulita la zona vicino alle scuole. Da molti anni si occupano di contrastare la crescita di erbacce e sterpaglie in un’area che prima del loro arrivo ne era piena e diventava habitat di elezione per le bisce. Si tratta di una dozzina di caprette tibetane: si sono tramandate l’incarico di generazione in generazione, e sembra che questo lavoro a loro piaccia molto.
L’idea di questi “operatori ecologici”, nel senso più stretto del termine, risale all’amministrazione del sindaco di allora, Franco Barbaglia: circa quindici anni fa venne acquistata una prima coppia, che oggi si è allargata in un gruppetto formato da circa una dozzina di esemplari. Regolarmente registrate e controllate periodicamente, le caprette vivono in una grossa area di proprietà comunale e dispongono di una struttura per ripararsi durante la notte e nelle giornate fredde o piovose. Si è sempre occupato di loro l’operaio comunale Umberto Rotti: «Porto loro da mangiare e da bere – spiega – d’estate dispongono di molto verde e bisogna più che altro cambiare l’acqua degli abbeveratoi. In inverno, invece, si nutrono anche di fieno».
Questi animaletti piacciono anche ai bochesi: «Sono molte le persone che portano i bambini a vederle – racconta il sindaco Pierangelo Puricelli – e talvolta portano loro qualcosa da mangiare. Sono inoltre degli animali molto utili: grazie a loro tutta la zona fra il prato, la ripa e il torrente rimane sempre pulitissima, anche in autunno, quando cadono le foglie».
L’ex sindaco Mirko Mora conserva un ricordo particolare legato alle caprette: circa dieci anni fa, una di loro venne ferita dal capobranco e si ruppe le zampe anteriori. L’animale venne prontamente adottato dai bambini dell’asilo, che la battezzarono Mira e si presero cura di lei. Per evitare che appoggiasse a terra le zampe ingessate, venne assicurata a una sorta di altalena e i bambini si occuparono di portarle il cibo. La pazienza dei piccoli fu premiata: la capretta guarì e tornò a vivere con i suoi simili.
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