Attualità
A Prato Sesia il generale Antonini dimenticato: “Nemmeno una corona”
A Prato Sesia il generale Antonini eroe dimenticato: «Ha combattuto per l’Unità d’Italia, ma sulla sua tomba mai una corona».
A Prato Sesia il generale Antonini dimenticato
Dallo storico pratese Claudio Sagliaschi, riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni sulla “dimenticanza” in paese del generale e patriota Giacomo Antonini.
All’ingresso del cimitero di Prato Sesia, un occhio esperto può notare un obbrobrioso manufatto a forma di parallelepipedo poggiato sopra una piattaforma rivestita in granito.
Sopra è appoggiata una piccola lastra di granito scuro, sproporzionata rispetto al basamento, con delle scritte quasi illeggibili già dal tempo della sua posa, che era stata il 6 novembre 2016. Non cinque secoli fa, ma solo cinque anni fa.
Quel brutto manufatto è il monumento pensato dall’amministrazione comunale di quel tempo, e che contiene al suo interno, oltre ai 30 centimetri di acqua, le spoglie del pratese patriota e generale Giacomo Antonini e di sua moglie Tecla De Laska.
I resti finalmente a Prato Sesia
I resti del patriota pratese e di sua moglie furono individuati dopo molte ricerche nell’agosto del 2001. Erano abbandonate in modo anonimo nel cimitero Monumentale di Torino, perché era in corso una ristrutturazione che avrebbe portato alla dispersione delle ossa nella fossa comune di quella città.
In accordo con l’amministrazione di quel periodo, vennero portate a Prato e depositate nella camera mortuaria del nostro cimitero con l’intenzione di darvi una degna sepoltura. Sepoltura che avvenne dopo ben quindici anni.
Chi era Giacomo Antonini
Giacomo Antonini è stato e rimane per la storia un personaggio di grande levatura, come pochi altri paesi possono vantare. Ufficiale napoleonico prima, ed eroe nazionale della Polonia in seguito, fu insignito della più alta onorificenza di quel paese come combattente attivo nell’insurrezione dei polacchi contro i russi del 1830/31.
Fu stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini e Nicola Fabrizi durante tutto il periodo pre-risorgimentale subendo il duro carcere nella Napoli borbonica. Allo scoppio della Prima Guerra d’Indipendenza fu uno dei primi ad accorrere per la liberazione dell’Italia alla guida della “Legione degli Esuli Italiani” fondata a Parigi da Mazzini.
A Vicenza durante un attacco contro le forze austriache perse un braccio diventando così un “eroe” per la libertà italiana. Eletto infine per quattro volte nel prestigioso Parlamento Subalpino, morì a Torino nel 1854 senza avere avuto la soddisfazione di assistere al compimento dell’Unità d’Italia.
Un eroe dimenticato
Ora Antonini riposa in questa stessa terra che lo ha visto nascere in modo fin troppo anonimo. Una cosa che lascia sconcertati e amareggiati tutti coloro che hanno a cuore la storia della nostra comunità.
Con il passare degli anni vengono fatte giustamente alla scadenza del quattro novembre le commemorazioni e il ricordo dei morti per la causa italiana affinché le generazioni non abbiano a dimenticare. In particolare qui a Prato Sesia, dove si portano i fiori al Monumento ai Caduti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Si portano i fiori in ricordo dei Partigiani. Si portano i fiori in ricordo del Caduti Senza Croce.
Quest’anno infine una solenne cerimonia in quella stessa giornata per l’attribuzione, non si sa nelle mani di chi, della Cittadinanza Onoraria al Milite Ignoto. Eppure nonostante ci si passi davanti nelle commemorazioni, non si porta mai un solo fiore al figlio pratese Giacomo Antonini per ciò che ha fatto e per ciò che simbolicamente rappresenta, l’Unità d’Italia.
Salvo che per una gentile signora che per tutto l’anno, e tutti gli anni, si preoccupa di mettergli qualche fiore; e nel mese di novembre anche un mazzetto di corbezzoli, considerati il fiore dell’Unità e dell’Indipendenza.
In foto la tomba dove riposano le spoglie del generale Antonini, stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini, nel cimitero di Prato Sesia.
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