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A Riva Valdobbia la “prima” del nuovo libro di Orsi: oggi si presenta “L’ospizio del canonico”

Il volume è già uno dei più richiesti nelle edicole e nelle librerie della zona. Racconta 200 anni di storia locale visti dal “Sottile”.

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A Riva Valdobbia la “prima” del nuovo libro di Orsi: oggi si presenta “L’ospizio del canonico”. Il volume è già uno dei più richiesti nelle edicole e nelle librerie della zona. Racconta 200 anni di storia locale visti dal “Sottile”.

A Riva Valdobbia la “prima” del nuovo libro di Orsi: oggi si presenta “L’ospizio del canonico”

Presentazione “in casa” per il nuovo libro di Alessandro Orsi. “L’ospizio del canonico” è stato tra i più richiesti in queste settimane nelle edicole e nelle librerie della zona, e nel pomeriggio di sabato ci sarà la prima presentazione ufficiale da parte dell’autore.

Il libro è dedicato ai 200 anni di storia dell’ospizio Sottile, e per la “prima” si è scelto proprio l’imbocco della val Vogna, al culmine della quale è stato costruito e aperto nel 1823 l’ospizio. Appuntamento infatti nel pomeriggio di oggi, saato 30 dicembre, alle 18 nel salone della Società di mutuo soccorso e beneficenza di Riva Valdobbia. L’iniziativa è stata promossa in collaborazione con il Comune di Alagna e la stessa Società di mutuo soccorso.
LEGGI QUI L’INTERVISTA ALL’AUTORE

Duecento anni della nostra storia

Nel libro “L’ospizio del canonico” si racconta un pezzo di storia importante della Valsesia, legato all’anniversario dei duecento anni dalla partenza, nel 1823, del rifugio fondato dal canonico Nicolao Sottile sul colle Valdobbia, 2500 metri, tra Valsesia e Val d’Aosta. L’ospizio Sottile non è un rifugio alpino come gli altri, centrati soprattutto sulle attività escursioniste e alpinistiche: è invece il centro di intense vicende montanare di due secoli.

L’ospizio e la Valvogna narrano la storia del benefattore canonico Sottile, dei sacrifici degli emigranti valsesiani, della vita dei montanari, dello stoicismo dei primi custodi dell’ospizio e in particolare di Giacomo Clerino, dei soldati italiani di Napoleone in transito sul colle, dell’alpe di Larecchio quasi teatro di battaglia tra valsesiani e valdostani, della micidiale peste, delle scalate al Corno Bianco, dell’osservatorio meteorologico, dei passaggi della Regina Margherita, delle ladies anglosassoni, di Sibilla Aleramo, dei commenti lasciati sul “Registro dei viaggiatori” dall’Ottocento al nostro secolo. Anche la storia drammatica di emigranti, mercanti, custodi travolti da valanghe e bufere di neve, della piana granda o “piana dla mort”.

 

«Quante storie e leggende attorno al colle – commenta Orsi – e quanti personaggi, da quelli storici come Sottile, Clerino, Carestia, Calderini a quelli più recenti: il custode Marino Carmellino, i pastori della Valdobbia appartenenti alla categoria “lassù gli ultimi”, il montanaro rivese anacoreta in una baita della Valvogna per scontare una colpa, il bravo sindaco Gianni Severina. Fino agli studenti dell’Istituto albeghiero con i loro docenti, custodi dell’ospizio a inizio secolo, tra cui Matteo Calzoni caduto in montagna. L’ospizio Sottile sul colle Valdobbia rappresenta ancora oggi un valore per la comunità di Riva Valdobbia e dell’alta Valsesia con la sua capacità di trasmettere l’insegnamento che proviene dalla storia di due secoli».

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