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Addio Enrico che viveva in un “taragn” sul Fenera

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Addio Enrico, l’ultimo abitante di Sorzano, nei boschi del Fenera.

Addio Enrico Viotti

Addio a un volto storico delle antiche tradizioni. E’ morto a 96 anni l’uomo che ha vissuto tanti anni della sua lunga vita in un “taragn”, le antiche abitazioni dei boschi del Fenera nel territorio di Valduggia, senza elettricità, televisione e altre comodità. Enrico Viotti, classe 1923, è stato l’ultimo abitante di Sorzano, un piccolo villaggio tra i boschi di Valduggia. E’ lì che era cresciuto e aveva continuato a vivere da solo anche quando negli anni Sessanta il resto della famiglia aveva deciso di scendere in paese. Alla modernità non si è mai arreso, anche se nell’ultimo periodo è stato costretto a ricoverarsi in casa di riposo, e ha cessato di vivere in ospedale. Il funerale è stato celebrato martedì scorso nella chiesa parrocchiale di Borgosesia. Lascia la cognata Lucia, i nipoti Fabrizio con Noemi e Giannina con Gianni.

A lume di candela

Nel 2009 proprio Notizia Oggi l’aveva raggiunto nel suo “taragn”, all’epoca aveva 86 anni. Aveva aperto le porte della sua casa raccontando senza problemi il suo modo da vivere nei boschi. «L’energia elettrica è arrivata nel 2001 – aveva raccontato – ma la uso pochissimo. Ho vissuto sempre con la luce del sole e di notte con quella di una candela». «La televisione? Per carità. Però ascolto molto la radio, soprattutto i notiziari».
Viotti è sempre stato legato al villaggio di Sorzano. Ma guai a pensare a un uomo
solitario, anzi le visite degli amici e dei nipoti erano sempre le benvenute. Da qualche anno poi aveva preso anche un telefono cellulare, su consiglio proprio dei nipoti, che teneva però acceso solo in determinate ore.

L’infanzia

«Quando ero bambino – aveva raccontato nell’intervista – Sorzano era un piccolo paese agricolo. Mio padre di giorno lavorava i campi, la sera si sedeva su uno sgabello e faceva scarpe per i privati e per le aziende calzaturiere di Soriso». Qualche anno dopo la morte del padre nel 1964 la madre con il resto della famiglia decise di lasciare Sorzano dove ormai non c’era più nessuno. Ma Enrico Viotti ha voluto proseguire a vivere tra i boschi. Il motivo della sua scelta l’aveva spiegato in modo semplice: «Io non lascio il mio paese. Non ho mai pensato di andare a vivere da un’altra parte».

Il lascito della conoscenza

Enrico Viotti ha lasciato molto della sua conoscenza acquisita nel corso degli anni , ha insegnato agli operatori del Parco del Fenera come realizzare i tetti in paglia di segale, ormai una vera rarità. «La segale non lascia passare l’acqua e mettendone più strati isola anche dal freddo», aveva spiegato. Il suo lavoro è stato proprio quello di realizzare i tetti dei taragn, le costruzioni che fino a cento anni fa erano tipiche della zona del parco del Fenera. Il suo “taragn” rimarrà come testimonianza di un mondo che non c’è più, ma Enrico Viotti l’ultimo abitante della frazione nei boschi sopra Valduggia alla modernità non si è mai arreso.

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4 Commenti

1 Commento

  1. Ennio Bertona

    26 Gennaio 2020 at 22:34

    Abbiamo cominciato ad andare a Sorzano il 4febb 2018 e lì ormai, non c’era più nessuno.
    Taragn degradati e alloggio probabile dell’Enrico sfondato.
    Nella casa vicina ai Taragn vecchie foto abbandonate in cui c’è lui, più di una.
    Anche lì da qualche anno incuria e degrado, le foto ammucchiate nel rustico.
    È la fine comune di ogni cosa per noi preziosa, per noi e poi basta, a chi viene dopo non interessa.

    • Roberto

      27 Gennaio 2020 at 8:02

      Enrico aveva vissuto lì sino al 2008, dopodiché aveva dovuto lasciare causa età avanzata.

      • Ennio Bertona

        28 Gennaio 2020 at 23:12

        Grazie, Roberto.
        Saluti

  2. Ennio Bertona

    28 Gennaio 2020 at 14:18

    Peccato non aver cercato prima, e scoperto, i taragn di Sorzano.
    Negli anni 70 ne trovai diversi, alla periferia della Colma, alla vecchia alpe Rattarun, tutto scomparso.
    Avessi conosciuto prima Sorzano mi sarei fermato a chiacchierare con Enrico, a parlare di qualsiasi cosa piacesse a lui ricordare.

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