Attualità
Alagna e la Valsesia fermi per l’addio a Ivan Camurri
Alagna e la Valsesia si fermano nel dolore: il paese ha indetto il lutto cittadino per salutare lo sportivo Ivan Camurri.
Alagna e la Valsesia in lutto
Tantissimi amici, arrivati anche da lontano, al fianco della sua famiglia. Sono stati in molti a volere dare l’ultimo saluto a Ivan Camurri, il runner guerriero vinto dall’ennesimo intervento dopo tre anni di calvario.
Giovedì l’addio nella sua Alagna con don Marco Barontini e don Carlo Elgo che l’ha visto crescere che più volte durante l’omelia hanno richiamato il parallelismo tra sport e la vicenda di Ivan, commovente e piena di significato anche la lettera dell’amico Andrea Pierrettori al termine della cerimonia funebre. Alagna si è fermata per lui, è stato indetto il lutto cittadino perchè la morte di Ivan ha toccato tutti.
La famiglia e gli amici
A dare l’ultimo saluto al 35enne c’erano i ragazzi del Gsa Valsesia, la sua prima società e quella di mamma Gisella Bendotti. Ma anche tanti podisti e amici hanno voluto essere vicino alla famiglia e alla moglie Agnese, oltre che al piccolo Franesco, in questo doloroso momento. Ad accompagnare Ivan nel suo ultimo viaggio ci hanno pensato gli amici che hanno portato la bara in spalla.
Camurri purtroppo ha dovuto fermarsi alla sua ultima corsa, ma in questi ultimi tre anni ha dimostrato una grande forza e voglia di vivere. Ha saputo superare la scoperta della leucemia sposando in ospedale la sua Agnese, poi c’è stato l’intervento con il midollo donato da mamma Gisella che per fortuna era andato per il meglio, poco dopo è arrivato Francesco e la vita sembrava tornare a sorridere. Ma in questi tre anni c’è stato anche il Covid da superare e la tubercolosi. Ma la vita ancora una volta sembrava essersi indirizzata verso la normalità: le uscite in montagna, la prima gara non competitiva, il seguire Agnese nelle sue competizioni.
A novembre una notizia che non ti aspetti: nuovi problemi di salute e una massa vicino al cuore. Prima di Natale l’operazione che sembrava essere andata bene: Camurri si era fatto fotografare con il dito all’insù. Una serenità che è durata poco. Purtroppo tra Natale e Santo Stefano la situazione è degenerata.
I ricordi
A celebrare la messa giovedì c’erano don Carlo Elgo e don Marco Barontini che hanno avuto parole di incoraggiamento per la famiglia e per gli amici. Più volte hanno richiamato il parallelismo tra vita, sport e religione. A chiudere la cerimonia l’amico di Ivan, Andrea Pierrettori, che ha voluto, tra la commozione, leggere una lettera per non dimenticarlo. «Ha affrontato una gara in cui non si è preparati e non si è allenati – ha spiegato -. Non ci sono pettorali, nemmeno sfidanti, si deve solo correre e non si sa nemmeno se dopo la salita ci sia il traguardo o un nuovo pendio da attaccare … non si nulla, ma non per questo Ivan si è arreso e a continuato a correre». Ivan Camurri con la sua battaglia ha lasciato a tutti qualcosa di molto importante, ha saputo trasmettere un messaggio che fa riflettere: «Ci ha insegnato che non è il traguardo a venire verso di te».
La sua esperienza
In un altro passaggio ha detto: «Dopo aver spinto tanto in salita, il grande cuore di Ivan si è fermato, ma lui non ha smesso di correre. E’ sempre là davanti a tutti noi, che ci sprona a muoverci, a seguirlo, ma sappiamo che non è facile stargli dietro: l’unica cosa che possiamo fare è non perderlo mai di vista, facendo tesoro della sua esperienza che durante questa lunga corsa ha voluto condividere». Il mondo dello sport e non solo si è fermato per Camurri. Alla famiglia e agli amici più stretti sono arrivate tantissime testimonianze di affetto. Ancora in questi giorni c’è chi ha riproposto su Facebook vecchie foto di un giovanissimo Ivan con la maglia del Gsa Valsesia sul podio di qualche gara giovanile.
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