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Alagna rilancia lo storico sito minerario per attirare nuovi turisti 

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Alagna rilancia lo storico sito minerario di Kreas. L’obiettivo è recuperarlo a fini turistici.

Alagna rilancia il sito minerario

Il Comune di Alagna Valsesia intende procedere con un programma di valorizzazione turistica dell’ex sito minerario di Kreas. In particolare, l’apertura al pubblico del sito minerario e di parte delle gallerie rientra nel progetto “Mineralp”.

In cosa consiste il turismo delle miniere

Il progetto “Mineralp” risale all’estate 2019, quando l’Unione montana dei comuni della Valsesia ha ricevuto un contributo di 420.500 euro. Il progetto prevede diversi interventi di valorizzazione turistica dei siti ex minerari della Valsesia. L’investimento principale riguarderà le miniere d’oro della Gula di Cravagliana e il sito di Kreas ad Alagna Valsesia. Inoltre si procederà a creare un itinerari tematici e posare la relativa segnaletica.

La storia delle miniere

Come riporta il sito internet del Comune di Alagna nella apposita scheda dedicata alle miniere, ecco alcuni cenni storici sul sito di Kreas.

Fu nel 1752 che i giacimenti auriferi di Alagna vennero inclusi in un piano di coltivazione delle Regie finanze dei Savoia. L’idea fu del cavaliere Nicolis de Robilant che, di ritorno dalla Germania, aveva acquistato l’esperienza necessaria nelle miniere e fonderie della Savoia e della Boemia.

Si trattava di gestione diretta da parte dello Stato e questo durò fino al 1771. L’attività proseguì poi negli anni. All’inizio del 1906 l’area passo sotto la direzione dell’ingegnere Pietro Catzigera. La sua compagnia adottò nuovi sistemi di trattamento del minerale, anzitutto applicando metallurgicamente il principio della galvanoplastica.

La direzione dell’ingegner Catzigera ebbe grande importanza sociale ed economica. Infatti il giovane direttore aveva stabilito che ogni operaio prima di essere assunto venisse sottoposto, a spese della società, a una accurata visita medica successivamente ripetuta ogni mese. Nel 1938 la miniera passò sotto l’Ammi – Azienda Minerali Metallici Italiani, ma non fu eseguito nessun lavoro. Negli anni del dopoguerra trovarono lavoro solo 5-6 operai. La miniera chiuse nel 1958.

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