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Alla Gnifetti c’è la “casetta” del fringuello alpino

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Alla Gnifetti c’è la “casetta” del fringuello alpino: una ricerca del Muse e del comitato scientifico del Cai.

Alla Gnifetti c’è la “casetta” del fringuello alpino

Dopo il nido posizionato sulle Orobie bergamasche, i giorni scorsi il Comitato scientifico centrale del Cai è stato coinvolto nella “posa” di una seconda cassetta alla Capanna Gnifetti (3647 metri), nella splendida cornice del Monte Rosa. La notizia è stata riportata dal sito ufficiale del Cai nella sezione “Lo scarpone”. Si tratta di un nido pensato per essere “abitato” dal fringuello alpino.

Ricerca sul cambiamento climatico

L’iniziativa rientra nel progetto di ricerca scientifica su fringuello alpino e cambiamenti climatici, condotto dalla Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Museo delle Scienze di Trento (Muse), di cui il Csc del Club alpino è partner.

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Specie a rischio

«Da diversi anni l’attività di ricerca scientifica è focalizzata sugli effetti dell’aumento delle temperature sulla biodiversità in alta quota – spiega Luca Pelliccioli, componente del Csc -, soprattutto sull’avifauna alpina, con una speciale attenzione rivolta al fringuello alpino». Il fringuello alpino è una delle specie più minacciate dal cambiamento climatico.

Un progetto ancora in evoluzione

La ricerca proseguirà per tutto il 2021 con la raccolta ed elaborazione dei dati, il posizionamento dei registratori di temperatura presso le cassette nido e con azioni di sensibilizzazione rivolte ai gestori dei rifugi alpini, per un loro coinvolgimento attivo nel monitoraggio del fringuello alpino.

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