Attualità
Alla scoperta della Borgosesia medioevale: la torre degli arcieri
Alla scoperta dell’antica torre degli arcieri con il Gescav di Varallo.
Alla scoperta della torre
Una preziosa testimonianza delle antiche mura. Con l’obiettivo di rivalorizzare l’aspetto storico e culturale di quanto rimane della Borgosesia medioevale, il Gruppo esplorazione e studi cavità artificiali Valsesia (Gescav) di Varallo ha ispezionato e studiato l’ultima testimonianza delle mura fortificate erette a protezione dell’antico “Borgo di Seso”. Si tratta della torre (denominata “degli arcieri”) che si trova tra via fratelli Antongini e il fiume Sesia, con l’apertura orientata verso la chiesa di Santa Marta.
La storia dell’edificio
«La costruzione dell’edificio è collocabile a partire dal 1343, periodo di declino del potere dei potenti feudatari Conti di Biandrate che dominarono la valle per tre secoli, alleati del Comune di Vercelli e vassalli degli Asburgo – evidenzia Danilo Carpani, presidente di Gescav -. In quel periodo anche a Borgosesia vi erano delle torri. Questa, unica sopravvissuta quasi intatta agli abbattimenti, si presenta a pianta quadrata di due metri di lato e si innalza per cinque piani per un’altezza di circa 14 metri. In tempi recenti la torre è stata interessata da una ristrutturazione non conservativa, per cui all’esterno è stata totalmente intonacata».
L’ispezione
Durante l’ispezione il gruppo, che già in passato ha svolto analoghe indagini in altri siti della zona (ad esempio due anni fa, scoprendo un pozzo del Seicento sotto la casa parrocchiale di Isolella), ha visionato le caratteristiche della torre: «Vi si accede mediante un’apertura rettangolare – relaziona Carpani -, all’interno permane un tipico ambiente architettonico medievale, realizzato interamente in locale pietra di fiume; sulle pareti si notano due nicchie dove un tempo venivano collocati lumi o lanterne ad olio. Sull’angolo sinistro si trova un piccolo pozzo, ancora attivo. All’interno mancano le scale per salire ai piani superiori, a cui si accede tramite una botola ricavata sul soffitto a botte: struttura questa, tipica delle torri medievali di origine militare. Ogni piano aveva finestre rettangolari e regolari, mentre le finestre tra gli ultimi due piani erano cuspidate».
Le mura
Poche le testimonianze delle mura fortificate che circondavano la città: «Di una seconda torre vicina, anch’essa rimaneggiata, resta la sommità a svettare per tre piani sopra i tetti del palazzo dell’ex lanificio Zignone – conclude il presidente del Gescav -. Una terza torre della stessa epoca si trova ad Aranco, anch’essa di pianta quadrata, ha subito una massiccia ristrutturazione con riduzione dell’altezza e realizzazione di varie aperture per consentirne l’abitabilità».
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