Praticamente alla fine delle festività e quasi a ridosso delle fine delle vacanze natalizie, per la scuola ora i presidi chiedono il rinvio del ritorno in classe previsto per lunedì 10 gennaio 2022. Almeno per 15 giorni, attraverso l’opzione della Dad, la Didattica a distanza.
L’appello, come riporta Prima News, forse un po’ tardivo rispetto al periodo di vacanze che c’è stato e all’escalation esponenziale dei contagi, è arrivato sulle scrivanie del presidente del Consiglio Mario Draghi e del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ed è firmato da circa duemila presidi sparsi per tutto lo Stivale. Pericoli circa l’aumento dei contagi, ma soprattutto gestione delle assenze tra i docenti e il personale scolastico – tra casi di positività e sospensioni dovute al mancato rispetto dell’obbligo vaccinale – sono le questioni principali poste all’attenzione dell’Esecutivo.
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Ecco perché, proprio, nei giorni in cui, passata l’Epifania, le feste vanno in archivio e l’Italia si appresta a rimettersi completamente in movimento in tutte le sue attività, proprio dal mondo della scuola arriva l’appello a rinviare il rientro in presenza:
“A pochi giorni dall’inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all’escalation di assenze. Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell’immediato, un sostituto”
Una “fotografia” che ha anticipato vera e propria richiesta dell’appello:
“….Si tratta di una situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile. Non è possibile non tenerne conto. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa. Lo vogliamo sostenere con forza, decisione e con la consapevolezza di chi è responsabile in prima persona della tutela della salute e della sicurezza di migliaia di persone”
Il timore è che con le norme in vigore da lunedì, che prevedono la sospensione delle attività in presenza con un positivo per classe all’asilo, due alle elementari, quattro alle medie e superiori, il mondo scuola possa andare in cortocircuito già 24 ore dopo la ripresa della didattica.
A stretto di giro di posta è arrivata la replica del sottosegretario alla Salute Andrea Costa che ha “smontato” la richiesta dei dirigenti scolastici:
“La scuola riprenderà in presenza come previsto con le nuove regole che “garantiranno maggiore sicurezza. L’obiettivo è garantire la scuola in presenza e quello continueremo a perseguire”
Sotto la lente del Governo ci sarà l’attività didattica soprattutto degli asili e delle scuole elementari, mentre l’Esecutivo conta di investire importanti risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnnr) per quanto riguarda il distanziamento, la logistica e la qualità dell’aria delle classi.