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Azione legale contro Borgosesia per le multe anti-accattonaggio

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L’Associazione studi giuridici sull’immigrazione ha ravvisato nell’ordinanza un caso di discriminazione razziale

Una causa legale contro il Comune di Borgosesia. Ad annunciarla è l’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione, ravvisando nell’ordinanza anti-accattonaggio che colpisce le cooperative ospitanti i profughi sorpresi a chiedere l’elemosina un caso di discriminazione razziale. Il sindaco Paolo Tiramani non ci sta: «Altro che discriminazione: noi vogliamo colpire chi, pur avendone il compito, non esercita la dovuta vigilanza». La presa di posizione dell’Asgi si concretizza in una causa civile collettiva nei confronti di quei Comuni che hanno emanato ordinanze anti-immigrazione, come riferisce il legale dell’associazione, Alberto Guariso, al quotidiano “La Repubblica”. Fra questi Comuni, in Piemonte sono appunto Borgosesia, oltre che San Germano Vercellese e Virle (nel Torinese) i cui primi cittadini hanno previsto una multa compresa tra i 150 e i cinquemila euro per chi ospita richiedenti asilo senza avvisare il municipio. «La prefettura avrebbe il potere di annullare dal punto di vista giuridico le ordinanze dei sindaci – è la posizione espressa dal legale -, ma non lo fa quasi mai. Lo ha fatto in Lombardia il prefetto di Milano, sottolineando con una lettera molto dura l’illegittimità di questi provvedimenti».

Per quanto riguarda Borgosesia, sotto la lente dell’Asgi è dunque finita l’ordinanza che dispone la responsabilità in solido delle cooperative per mancato controllo nel caso un migrante ospitato sia sorpreso a chiedere l’elemosina sul territorio comunale. «E’ accaduto spesso che queste persone, spesso posizionate agli ingressi centri commerciali, siano ospitate in strutture del circondario gestite da cooperative – ha motivato Tiramani l’ordinanza -. Pur prendendo soldi, non fanno evidentemente il controllo che viene richiesto. E allora ne devono rispondere. Guarda caso, dopo l’ordinanza, la presenza di migranti accattoni è completamente sparita: si vede che le cooperative hanno ripreso un senso di responsabilità».

Ora per c’è la protesta dell’Asgi che ravvede nell’ordinanza un atto discriminatorio. «Una decisione che ci stupisce – è il commento del sindaco -. Abbiamo subito chiarito che questa ordinanza non è né razzista né populista ma intende colpire quanti, facendo business sulla pelle dei migranti, non svolge le attività di occupazione giornaliere di queste persone. Non è un caso che la stessa prefettura ne abbia avvallato i contenuti. Ritengo che questa associazione, invece che segnalare tali delibere e ordinanze, dovrebbe denunciare per truffa aggravata tutte le cooperative o associazioni no profit che intascano 35 euro al giorno senza neanche vigilare su queste persone, creando ingenti profitti. Da primo cittadino mi sento in dovere di combattere il business senza scrupoli di taluni a tutela e a difesa della nostra gente».

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