Attualità
Borgo, i rioni che sfileranno: “Al di là delle difficoltà, noi ci saremo”
Parlano i gruppi che hanno deciso di partecipare ai corsi mascherati 2023.
Borgo, i rioni che sfileranno: “Al di là delle difficoltà, noi ci saremo”. Mancano pochi giorni all’inizio della manifestazione più allegra dell’anno.
Borgo, i rioni che sfileranno spiegano la loro scelta
Tra le varie manifestazioni, sicuramente le tre sfilate rappresentano uno dei punti di forza dell’evento. Quest’anno, come noto, scenderanno sul tracciato in centro città due soli carri maggiori. Tre rioni di non prendere parte ai corsi mascherati per ragioni economiche e gestionali.
La parola a chi parteciperà
Sull’argomento esprimono ora la propria posizione il rione Valbusaga per i carri maggiori, i comitati Agnona, Bettole, E.le.menti dal Borg, I Tira Tardi e Francesca Comoli per le mascherate a piedi. «La scelta di scendere non vuole minimizzare o ignorare le problematiche che il nostro e altri Carnevali hanno e con cui devono fare i conti. Ognuno di noi cerca di mettersi nelle condizioni migliori possibili per garantire la sicurezza di quello che solitamente dovrebbe essere un momento di gioia, serenità e spensieratezza».
Tante questioni da affrontare
«Le tematiche da affrontare sono tante e siamo certi che con noi tutte le parti in causa vorranno dare il proprio supporto per quanto di competenza. Non abbiamo alcuna intenzione di giudicare le scelte fatte dai nostri colleghi che immaginiamo siano state frutto di molte notti insonni, ma non di meno ci piacerebbe rassicurare chi sfilerà e chi verrà a vedere le sfilate, che da sempre tutti cerchiamo di fare quanto è nelle nostre possibilità per garantire la sicurezza nei trasferimenti e durante i corsi mascherati. Ovviamente anche questo aspetto dovrà e potrà migliorare ancora. Vorremmo porre una riflessione sulla scelta di ricordare pubblicamente incidenti avvenuti in altri Carnevali o rimarcare la lecita necessità di migliorare determinate situazioni, utilizzando però esempi limite. Pur essendo certi della buona fede domandiamo, siamo sicuri che sia la strada giusta?».
I sacrifici e le soddisfazioni
Per spiegare ciò che rappresenta il Carnevale per chi lo vive in prima persona, i firmatari allegano lo scritto «nato dalla penna di uno di noi» per raccontare al meglio quella che è una via di mezzo tra una passione e una “bella malattia”. «Sono la voce di uno dei ragazzi e ragazze che tanto si adoperano durante l’anno per portarvi in piazza mascheroni, costumi, messaggi, scenografie, coreografie, coriandoli e qualche bella risata di pancia. Vi scrivo perché oggi voglio rivelarvi un segreto. Così segreto che nei baracconi lo sappiamo tutti e non ce lo diciamo mai. Sono certo che molti di voi si chiedono “ma chi cag’ lu fà fè?” (ma chi glielo fa fare?).
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Effettivamente è una battaglia. Le ore di lavoro non si contano, fine settimana estenuanti, notti insonni, freddo quando non è gelo, scontri con famigliari che non sempre comprendono la ragione di tanto impegno per “niente”. Per fortuna siamo un bel gruppo ed esser un bel gruppo aiuta sempre a sentirsi meno imbecilli. Comunque uno dei grandi motivi per cui si fa tutto ciò è la “curva di Sant’Antonio”. A Carnevale all’ora della sfilata quando imbocchiamo via Sesone da via Duca d’Aosta, la via è in ombra. Si avanza piano, arriviamo davanti all’ingresso della Pro loco e cominciamo a scorgere le scuole elementari illuminate dal sole. Ci avviciniamo al retro dell’abside di Sant’Antonio e i giardini pubblici assiepati. Ma è solo nell’affrontar la curva, che la piazza si rivela a noi e vi scorgiamo tutti per un istante, lì ad aspettarci, quell’istante. La Croce rossa è posizionata in quella curva proprio perché i ventricoli la ballano. Perciò sappiate che non ci son riuscite due guerre mondiali, l’austerity, la pandemia, e chi più ne ha più ne metta. Finché sarete dietro quella curva, nulla farà desistere i Magoni dal portar in piazza la loro sfilata».
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