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Cava di Romagnano di nuovo sequestrata: due denunce per reati ambientali

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Cava di Romagnano di nuovo sequestrata: due denunce per reati ambientali. Nei giorni scorsi a intervenire sono stati i carabinieri forestali della stazione di Carpignano Sesia con il supporto dei carabinieri forestali di Novara. Nello specifico, i militari hanno dato esecuzione a decreto di sequestro preventivo del sito della cava disposto dal gip del tribunale di Novara.

Cava di Romagnano di nuovo sequestrata: due denunce per reati ambientali

Sul sito già in passato erano state riscontrate violazioni ambientali ed edilizie: si parlava di illecite attività di scavo e movimento terra su aree sottoposte a vincolo di tutela ambientale (per la vicinanza al fiume Sesia) e gestione illecita dei rifiuti derivanti dalla lavorazione del materiale litoide che avevano portato al sequestro di parte dei terreni e di mezzi d’opera.

Provvedimento

Il nuovo provvedimento disposto dal gip è stato motivato dalla reiterazione delle condotte illecite sulle aree già sotto sequestro, dalla continuazione dell’alterazione dello stato dei luoghi e dall’ampliamento dell’attività estrattiva non autorizzata accertato dai militari con successivi monitoraggi del sito. E’ stata acquisita anche copiosa documentazione aziendale al fine di effettuare i necessari approfondimenti sulla gestione dei materiali gestiti nella cava.

Opere

L’amministratore della società ed il responsabile delle opere realizzate (entrambi residenti in provincia) sono ora indagati per gestione illecita di rifiuti, violazione di sigilli e realizzazione di opere in assenza o difformità del titolo abilitativo anche in aree sottoposte a vincolo ambientale.

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Da ricordare che nei mesi scorsi in tribunale si era arrivati all’assoluzione dei titolari della cava di Romagnano già posta sotto sequestro nel 2018. Il capo d’imputazione parlava di illeciti ambientali commessi dal 1988. Tra le contestazioni la realizzazione di alcuni edifici senza le autorizzazioni (situazione già sanata) e senza rispettare una norma del 2004 che vietava la costruzione di immobili a meno di 150 metri da ferrovie e fiumi, nel caso il Sesia. Il giudice del tribunale di Novara ha assolto con formula piena gli imputati. Ora si apre un nuovo capitolo.

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