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Chiude il servizio dialisi di Cossato

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Chiude il servizio dialisi presente a Cossato. Verrà trasferito all’ospedale di Ponderano.

Chiude il servizio dialisi presente a Cossato

A distanza di due anni si ripresenta la volontà da parte dell’ASL di Biella di chiudere il servizio dialisi. Il servizio, presente a Cossato, è rivolto agli utenti delle zone più disagiate e distanti dalla sede ospedaliera. In particolare è dunque utilizzato dai cittadini delle zone del Biellese Orientale e delle Valli.

Di seguito pubblichiamo la lettera dei sindacati Cgil, Cisl e Uil di Biella.

Abbiamo appreso in una riunione tenutasi venerdì 19 marzo con il Commissario dell’Asl Biella che verrà tutto concentrato nel reparto di dialisi e nefrologia dell’ospedale di Ponderano. Le ragioni sono dettate dalla inadeguatezza strutturale dell’edificio dove attualmente è presente il servizio di Cossato.

In due anni non si è pensato di trovare locali idonei per evitare di privare il territorio di una struttura che da più di 20 anni accoglie e fornisce prestazioni sanitarie avanzate alle persone affette da insufficienza renale. Oggi quindi si sceglie la strada più semplice, e cioè centralizzare in ospedale un servizio che da tempo è sul territorio e che si occupa prevalentemente dei pazienti ancora autosufficienti.

Contro alla centralizzazione ospedaliera

L’importanza di avere dei servizi sul territorio si è dimostrata in piena pandemia Covid. Il servizio dialisi di Cossato ha infatti alleggerito la pressione sul nosocomio biellese, garantendo cure di qualità ai pazienti. Indicazioni nazionali vanno verso la direzione di valorizzazione e ampliamento dei servizi territoriali rispetto alla centralizzazione ospedaliera. A Biella invece si fa il contrario.

Se infatti il problema è solo strutturale, non si comprende come non si possa risolvere facendo degli investimenti sull’attuale palazzina che ospita il servizio. Oppure si potrebbero cercare strutture idonee sul territorio di Cossato e vicinanze.

Appello alle istituzioni

Da sempre pensiamo che in un territorio dove la popolazione anziana è in continua crescita, così come le malattie croniche, si dovrebbe potenziare e non ridurre la rete sanitaria territoriale. Ci auguriamo che le istituzioni regionali e locali comprendano il danno che questa chiusura potrebbe avere su molti pazienti e le loro famiglie. Speriamo inoltre che mettano in atto quanto nelle loro possibilità per fermare una scelta che impoverisce il territorio.

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