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Coggiola premia il bar aperto da cento anni

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Un bar che taglia il traguardo del secolo, il barbiere e la panetteria attivi da 60 anni. Coggiola premia tre attività storiche.

Coggiola premia tre attività storiche

Un bar che compie un secolo, un barbiere e una panetteria in attività da sessanta anni. L’amministrazione comunale di Coggiola ha voluto premiare tre attività storiche del paese. Il sindaco Paolo Setti l’altro giorno ha infatti consegnato una targa al bar XX Settembre per i 100 anni, al barbiere Alfredo Angelino Catella e al panettiere Luca Piantanida, titolari di attività al lavoro in paese da 60 anni. Traguardi importanti raggiunti da persone che hanno creduto in Coggiola e che hanno tramandato la loro attività ai familiari portando avanti una tradizione.

«Abbiamo voluto dare un riconoscimento – commenta il sindaco Paolo Setti – a queste attività che sono la storia del nostro paese. Ci è sembrato giusto perché con loro abbiamo ricordato anche di come era fiorente Coggiola anni fa. Loro hanno dato un importante contributo perché hanno creduto nel loro paese, soprattutto negli ultimi periodi di crisi economica, con fabbriche e attività che chiudevano. Loro sono andati avanti, come la panetteria Piantanida che sta dando lustro e che esporta il nome di Coggiola in Italia e all’estero. Tutti e tre si meritavano una testimonianza di affetto ed era giusto ricordarli con stima e con l’augurio di non mollare mai. Speriamo che le generazioni future continuino a credere anche nelle nostre piccole realtà».

Il bar dei 100 anni

A essere aperto in paese da un secolo è il bar XX Settembre con una conduzione familiare che continua anche oggi, con Ugo Mazzone e la figlia Marina, che ha preso le redini del locale.

«E’ stato mio nonno Serafino – spiega l’uomo – ad avviare l’attività. Prima era in via Garibaldi, nei pressi delle scuole, poi sotto i portici dove c’è il tabacchino per poi arrivare qua nel 1961, in piazza Bartolomeo Sella. Mio nonno era assistente alla Filatura di Grignasco, dove viveva, poi ci sono stati gli scioperi del 1921 ed è stato licenziato. Aveva sei figli, due sono morti di spagnola, e si è trasferito a Coggiola aprendo il bar. Io, che ho 86 anni, praticamente sono cresciuto tra i tavolini e ho passato la vita qua con la mia famiglia».

Il papà Aldo ha poi lasciato a Ugo e alla moglie Emilietta, sposata nel 1968, l’attività che sta portando avanti ancor oggi.

«Ho lavorato una decina di anni alla Bozzalla – continua Mazzone – ma frequentavo il bar di famiglia. Qua ci sono davvero tanti ricordi soprattutto belli. Non possiamo lamentarci neanche adesso, si lavora bene, e la gente apprezza il nostro gelato e quanto gli offriamo. Anni fa era chiaramente diverso c’erano le fabbriche aperte, movimento, il mercato, i ragazzi che riempivano le scuole. Abbiamo vissuto il boom economico e per me, in quegli anni Coggiola era la capitale d’Italia e poi negli anni Settanta c’è stato il declino. Ma siamo contenti questo lavoro ci ha dato da vivere, e anche bene. Abbiamo conosciuto tante persone, che sono diventate clienti affezionati. Quando vedo, in qualsiasi posto, una saracinesca chiusa è sempre un colpo al cuore. Nel lockdown abbiamo chiuso, ma mi mancava il mio bar e allora scendevo e giravo per il locale. Una volta avevamo il biliardo al piano superiore, si giocava a carte e ci si divertiva con poco. Però è bello anche adesso. Fino a quando riuscirò darò una mano a mia figlia».

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