Attualità
Coggiola raccolta firme contro la fusione con Pray
Coggiola raccolta firme contro la fusione con Pray: «Operazione nebulosa e decisa troppo in fretta».
Coggiola raccolta firme contro la fusione
A Coggiola parte la raccolta firme per fermare l’iter della fusione con Pray. Proprio in questi giorni il gruppo di opposizione “Noi a Coggiola” ha consegnato in diversi esercizi commerciali del paese i moduli per la raccolta delle sottoscrizioni. «La nostra non è una presa di posizione a priori – spiega il consigliere Paolo Setti -. Abbiamo passato le ultime settimane a scandagliare i bilanci dei due Comuni e a vedere cosa dice la legge. Siamo arrivati alla conclusione che unire i due Comuni non conviene».
Quanta fretta
La richiesta di istituire una commissione tra i due Comuni per analizzare i bilanci era stata presentata in una riunione che risale al 2018. «È passato un anno e mezzo e nessuno ci aveva più detto nulla – riprende -. Poi, un paio di settimane fa, il sindaco Gianluca Foglia Barbisin ci ha annunciato che la fusione era tornata di stretta attualità. Per aprile bisognerebbe approvare la delibera in consiglio, a settembre andare al voto e poi dal 2021 dare vita al nuovo ente. Perché invece non fermarsi e valutare con una commissione i bilanci? Tra l’altro la lista del sindaco Gianluca Foglia Barbisin nel suo programma elettorale non aveva parlato mai di fusione».
I bilanci
La minoranza parte dai bilanci. «Coggiola e Pray hanno aliquote Irpef diverse – interviene il consigliere Laura Speranza -. A Coggiola c’è lo 0,65, a Pray lo 0,8 per cento. A Pray la tassa rifiuti costa molto di più anche perché loro differenziano in modo diverso anche per l’umido. Inoltre parliamo anche dei mutui contratti: l’amministrazione di Pray in questi anni ha investito e quindi ha contratto mutui importanti, a Coggiola l’amministrazione Foglia Barbisin negli ultimi quindici anni non ha aperto un mutuo. È logico che siamo di fronte a una disparità».
Le dimensioni
Anche lo slogan del “contare di più” non convince. «Unendoci diventiamo un Comune sempre piccolo – riprende Speranza – e le partecipazioni societarie dei due enti sono davvero poca cosa. Di fatto continueremo a contare come prima. E teniamo conto che il decreto crescita che invece è certo e stabilizzato garantisce 50mila euro all’anno sia a Pray che a Coggiola, se dovesse esserci la fusione l’elargizione sarà sempre di 50mila euro, non raddoppierà di certo».
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Luca
5 Marzo 2020 at 8:10
Raccolta di cosa? Ragionamenti ottusi e provinciali. É improponibile in tutta Italia proseguire con tutti questi comuni di pochi abitanti. Tutta la ns. valle dovrebbe seguire l’esempio della fusione.
Saluti