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Con un baby parking la Gessi ”coccola” i suoi tifosi più piccoli

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L’obiettivo della società è ambizioso: diventare un modello da seguire per tutte le altre realtà sportive, locali e non solo

Baby parking. Si chiama così il nuovo progetto targato Gessi Valsesia Basket. L’idea è quella di andare incontro alle coppie che hanno figli piccoli, ma che non per questo vogliono rinunciare alla loro passione per la palla a spicchi. E non è la prima volta che la società pensa ai tifosi che hanno famiglia e in modo particolare ai bambini. Già adesso, prima dell’inizio delle partita e anche durante le pause tra un tempo e l’altro, i più piccoli possono scendere in campo e testare le proprie abilità a canestro. Si tratta di un’iniziativa che è aperta a tutti i giovanissimi tifosi, sia a quelli che già giocano a pallacanestro in qualche società, sia a chi è del tutto nuovo in questo mondo, ma vuole comunque mettersi in gioco e magari decidere di cimentarsi.

«Ciò che vogliamo è consentire alle famiglie di venire a vedere la partita e godersela senza preoccupazioni, ma anzi divertendosi – spiega il direttore sportivo Matteo Regaldi -. Ogni nuova iniziativa vuole essere un’attenzione in più nei confronti degli spettatori». L’obiettivo di Gessi Valsesia basket è ambizioso: diventare un modello da seguire per tutte le altre società sportive. Attualmente la società borgosesia è iscritta al campionato di serie B e da qualche tempo ha in gestione il palazzetto dello sport dedicato a Franco Loro Piana. E’ qui che sta facendo crescere i propri sogni e progetti, non solo andando incontro ai tifosi, ma anche coccolando i propri giocatori.

In modo particolare la società del presidente Carlo Minoli cerca di dare una mano a coloro che arrivano da fuori zona e che, per la loro giovane età, sono alla loro prima esperienza lontano dalla famiglia. Per loro vengono messi a disposizioni alcuni alloggi, affinché possano essere autonomi e al tempo stesso vicini alla palestra per gli allenamenti e le gare casalinghe. E poi da quest’anno c’è la possibilità di mangiare tutti insieme, grazie a una cuoca che pensa alla preparazione dei pasti della squadra. Insomma, quello realizzato dalla società è una sorta di “albergo diffuso” dedicato ai suoi sportivi.

«Vogliamo essere un modello da seguire – prosegue Regaldi -. E’ giusto e importante dedicare un’attenzione particolare ai nostri giocatori. La squadra è la più giovane di tutto il campionato e molti dei nostri ragazzi prima di venire da noi non si erano mai allontanati dalla casa in cui vivevano con la famiglia. Facciamo il possibile per stare loro vicini e per creare un gruppo sempre più unito e compatto. E poi avere una cuoca significa avere sempre sotto controllo la loro alimentazione, fattore da non trascurare se si vuole essere vincenti in campo».

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