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Da Gattinara allo Zambia: servizio civile tra i contadini africani

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Da Gattinara allo Zambia: l’esperienza di Fabio Savini nel Servizio Civile all’estero.

Da Gattinara allo Zambia

Un anno di impegno raccontato attraverso le immagini catturate in un altro continente. Il protagonista è stato Fabio Savini, giovane gattinarese che venerdì 21, nella sala conferenze di villa Paolotti, ha proiettato alcune delle immagini più belle del suo anno trascorso in Zambia e ha raccontato il suo anno di Servizio civile nazionale all’estero.

Lotta alla malnutrizione

«Mi sono occupato – dice Savini – di un progetto sulla malnutrizione dei contadini, a Mongu, in Zambia, nella Western province. Mi occupavo della loro dieta e allo stesso tempo di tematiche ambientali. In particolare della riforestazione di alcune aree colpite dall’utilizzo di carbone vegetale illegale. Il mio ruolo consisteva nell’organizzare training formativi per i contadini sull’uso della moringa, una pianta commestibile diffusa nelle zone tropicali, per combattere la malnutrizione. Le foglie di questa pianta, infatti, danno un apporto nutrizionale molto alto; contiene vitamine e molti sali minerali. Proprio per questo viene chiamata anche “la pianta dei miracoli”, per le proprietà che possiede». Nei training Savini spiegava come gestirla, coltivarla e processarla. «La pianta può essere mangiata, consumandone le foglie fresche, oppure si può utilizzare la polvere ricavata dalle foglie essiccate, da aggiungere sugli alimenti, per renderli ancora più nutrienti».

La formazione

Un compito che Savini ha saputo svolgere anche in forza della sua laurea in Scienze naturali, a cui si è aggiunta una formazione specifica a cura della ong di Milano per cui ha svolto il Servizio civile nazionale all’estero. Prima di partire Savini si è dovuto sottoporre a una lista di vaccini notevole, per tutte le varie patologie. Una volta in Africa, invece, ha dovuto seguire vari accorgimenti, relativi soprattutto alla sicurezza e alla sicurezza: «Banalmente – racconta – dovevo lavarmi le mani di continuo. Lì il rischio di malattia è molto alto».

Il futuro

Perché scegliere di trascorrere un anno di servizio civile all’estero. «Perché il servizio civile è soltanto un anno. E penso sia giusto – dice Savini – farlo in un posto dove non è così facile arrivarci, per poter vivere esperienza fuori dal normale. E poi anche per un aspetto economico: la diaria estera è un po’ più alta di quella italiana. Ma soprattutto può servire per il futuro. Questa esperienza mi è servita molto a livello professionale. Ora sono specializzato sulla moringa, sul suo utilizzo, ho migliorato la lingua inglese, sperimentando una cultura diversa. Adesso lavoro come guida escursionistica: accompagno gente in giro per il mondo. Vorrei tornare in Africa e visitare altri Paesi».

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