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Da sabato 118 attivo a Trivero: interviene Vittorio Barazzotto

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Il servizio sarà attivo per 24 ore su 24

Il consigliere regionale Vittorio Barazzotto, con il sindaco di Trivero, Mario Carli, e una delegazione di amministratori locali del territorio, lo scorso ottobre ha incontrato l’assessore Saitta per un confronto sulla questione relativa all’ambulanza medicalizzata. La richiesta avanzata dagli amministratori, ovvero poter disporre di un servizio h24, 7 giorni su 7, dell’ambulanza medicalizzata con medico e infermiere, era comprensibile e motivata alla luce del fatto che quella di Trivero si tratta di una zona disagiata e difficile da raggiungere. Fino a oggi l’ostacolo principale è stato quello del personale. L’Assessore si era, allora, fatto carico di un approfondimento tecnico della questione con il capo dipartimento del 118, per individuare una soluzione già dai primi mesi del 2017.

 

Ora, in corrispondenza della firma a Romaper l’uscita dal piano di rientro concordato con il governo centrale, partirà come previsto il servizio di ambulanza medicalizzata attiva 24 su 24 a Trivero. La postazione funzionerà quindi per tutto il giorno con medico e infermiere, dal momento che si sono ormai concluse le procedure di formazione del personale in carico all’Azienda ospedaliera universitaria di Novara, che ha la competenza diretta sul servizio di emergenza 118 anche per il Biellese.

 

«Un altro degli effetti visibili sul territorio di un ritorno agli investimenti in sanità – dichiara il consigliere regionale Vittorio Barazzotto –, ciò di cui avevamo bisogno era di ripensare al futuro nel rispetto del piano sanitario regionale e tornare ad assumere il personale necessario a garantire il servizio anche nelle zone lontane dai capoluoghi».

 

Dopo oltre sei anni, il Piemonte esce dal Piano di rientro dal debito sanitario. La scorsa settimana è arrivato l’atto formale che sancisce la fine del pre-commissariamento: la Regione Piemonte, rappresentata dai tecnici dell’assessorato alla Sanità guidati dal direttore Renato Botti, ha firmato a Roma l’ultimo verbale di verifica insieme ai funzionari del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

 

«Ora la Giunta Chiamparino può finalmente approvare il piano assunzioni per il 2017, che consentirà agli ospedali piemontesi di non subire più la carenza di personale cui sono stati sottoposti fin dal 2010 – sottolinea l’assessore alla Sanità Antonio Saitta -. Si tratta di un successo per la Giunta Chiamparino, che si era posta questo obiettivo all’inizio del mandato, ma è un successo per tutta la sanità piemontese: il Piemonte era l’unica regione del Nord a essere vincolata dal Piano di rientro. Dopo anni – continua l’assessore – in cui il settore non era governato e i conti continuavano a essere fuori controllo, siamo riusciti a raggiungere l’equilibrio economico nei bilanci e ad approvare le riforme necessarie a riportare ordine, acquisendo nuovamente credibilità in sede ministeriale. Tutto questo mantenendo alta la qualità complessiva delle prestazioni: basti solo pensare che nell’ultima griglia che misura i Livelli essenziali di assistenza (Lea) stilata dal Ministero della Salute, il Piemonte è salito al secondo posto in Italia dietro alla Toscana».

 

Il Piano di rientro era stato siglato il 29 luglio 2010 dalla Giunta Cota, con l’obiettivo di riportare entro il 2012 la spesa del servizio sanitario regionale sotto controllo, attraverso una serie di provvedimenti strutturali di razionalizzazione e riqualificazione. Nel corso degli anni è stato necessario integrarlo con un addendum e prorogarlo attraverso Programmi operativi che si sono protratti nel tempo. Durante tutto questo periodo i tecnici ministeriali hanno monitorato con estrema attenzione i bilanci delle aziende sanitarie e tutte le azioni intraprese dalla Regione per contenere la spesa e riformare la rete ospedaliera.

 

«Questo periodo è terminato – aggiunge Saitta –. Adesso partirà in concreto la ‘fase due’ della sanità piemontese, quella della crescita: assunzioni, investimenti, nuovi ospedali, sviluppo della rete di assistenza territoriale, riduzione delle liste d’attesa».

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