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Dieci gigantografie per ricordare la Cavallirio che non c’è più: le foto

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Dieci gigantografie per ricordare la Cavallirio che non c'è più: le foto

Dieci gigantografie nel centro di Cavallirio: immortalano il paese di una volta.

Dieci gigantografie del paese antico

Una rassegna di dieci immagini storiche nel centro del paese. Saranno installate a Cavallirio, lungo la via che porta al municipio e la strada che si dirige verso Boca partendo dalla rotatoria del Rondò, a memoria di com’erano la vita e l’aspetto del paese poco meno di un secolo fa. Un’iniziativa del Comune, abbracciata dal Lions Club Valsesia che, attraverso il presidente Fausto Luotti, ha finanziato la realizzazione delle gigantografie di oltre un metro quadrato di ampiezza, ricavate da vecchie cartoline del secolo scorso. Tra i soggetti ritratti, la piazza del Rondò, la via che porta al municipio, la strada verso la chiesa, una classe scolastica e alcune immagini di feste del paese.

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Le immagini

«Sono le più significative, perché rappresentano la Cavallirio di allora – commenta il sindaco Vito D’Aguanno – Una bellissima raffigurazione del paese, ma anche delle colline che appaiono sullo sfondo; in questi tempi in cui si parla tanto di gestione del territorio, è notevole osservare come, dove oggi è solo bosco, fossero tutti vigneti e gli alberi si contassero sulle dita di una mano».
Per ringraziare i fautori di questo progetto, il primo cittadino ha invitato i sindaci dei Comuni vicini, i rappresentanti e i dipendenti comunali, le autorità e il parroco nella sede municipale per un breve incontro. «Non ce la siamo sentita di organizzare un evento pubblico, in una fase ancora delicata della pandemia; per festeggiare ci sarà tempo. Ciò che mi premeva era di ringraziare il Lions Club che ha fatto proprio questo progetto», spiega il primo cittadino.

La storia

«Seguendo la missione del nostro club – spiega Luotti, che è anche vicesindaco del paese -, che destina molte risorse al territorio, abbiamo ritenuto questa iniziativa importante per testimoniare come fosse la vita e quale aspetto avesse il paese nella prima parte del ventesimo secolo non tanto agli abitanti storici, ma ai giovani e a chi è venuto a vivere qui da poco».
Luotti sottolinea in particolare il contenuto di due gigantografie che danno il senso della convivialità: la gente riunita sul prato della festa di San Germano, una delle tradizioni più sentite e i rappresentanti del Comitato carnevale, immortalati attorno al vessillo simbolo del Carnevale di Borgosesia da loro proditoriamente asportato restituendolo, si dice, solo dopo lunga negoziazione.

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