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Domani Piemonte diventa arancione. Ma seconde e terze medie restano a casa

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Domani Piemonte diventa arancione. Ma seconde e terze medie restano a casa. Il presidente Alberto Cirio invita alla prudenza e sceglie di far proseguire la didattica a distanza come è oggi.

Domani Piemonte diventa arancione. Ma seconde e terze medie restano a casa

Da domani, domenica 29 novembre, il Piemonte cambia colore e da rosso diventa arancio. Ma sarà un arancio con qualche virata rossa… Come è noto infatti le Regioni hanno facoltà di imporre ulteriori restrizioni e il presidente Alberto Cirio ha intenzione di utilizzare questa discrezionalità con le classi seconde e terze delle scuole medie, dove proseguirà la didattica a distanza.

“Dobbiamo proseguire con il rigore per evitare peggioramenti”

Queste le parole della tarsk force di epidemiologi piemontesi:

Per la ripresa dell’attività didattica, si ritiene che possa essere ragionevole ipotizzare che il mantenimento delle didattica a distanza anche del secondo e terzo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado possa considerarsi una scelta prudenziale, secondo un principio di precauzione, in considerazione di un possibile maggiore rischio epidemiologico relativo alle prossime festività natalizie, considerato anche il contributo significativo che tale misura ha dato nell’inversione di tendenza del trend epidemico e alla luce dell’attuale base di rischio di infezione. Tali misure prudenziali e precauzionali, in particolari quelle relative alla scuola secondaria di primo grado, sono da considerarsi come necessarie al fine di salvaguardare il comune obiettivo di un ritorno in presenza a scuola a partire dal prossimo mese di gennaio”.

Alberto Cirio: scelta dolorosa ma necessaria

Queste invece le parole del presidente:

“È una scelta dolorosa, ma necessaria- sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Riaprire la scuola non è una priorità: è la priorità. Proprio per questo è fondamentale farlo in sicurezza, per non rischiare di dover richiudere fra un mese. Il Piemonte ha predisposto un piano sui trasporti e gli orari che credo sarebbe opportuno adottare a livello nazionale, se veramente si vuole garantire la scuola in presenza. Perché ripartire senza cambiare le condizioni dei trasporti scolastici e senza scaglionare gli orari di ingresso a scuola, in modo da consentire più turni dei mezzi pubblici che viaggiano al 50 per cento, significa esporre al rischio molto concreto di un nuovo stop fra un mese, che sarebbe ancora più deleterio a ridosso degli esami di terza media e di maturità. Senza considerare l’impatto in prossimità delle feste: escludendo il ponte dell’Immacolata e le vacanze di Natale, ci sono circa 15 giorni di scuola effettivi da qui all’Epifania. Due settimane in cui i ragazzi rischiano concretamente di tornare a contagiarsi nel pre e post scuola, portando poi il virus in famiglia proprio nel momento in cui si trascorrono giornate di festa con i propri parenti, a cominciare dai nonni”.

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