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Don Angelo, 16 chilometri per diventare rettore del Sacro Monte 

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 Don Angelo, 16 chilometri per diventare rettore del Sacro Monte. Rimpiange di aver lasciato i suoi parrocchiani, ma è grato per il nuovo incarico e l’accoglienza ricevuta a Varallo, dove si appresta con trepidazione a vivere un nuovo capitolo della sua vita. 

 Don Angelo, 16 chilometri per diventare rettore del Sacro Monte

Don Angelo Porzio ha iniziato ufficialmente il suo servizio come rettore del Sacro Monte domenica, con la prima messa nella basilica dell’Assunta, dopo essere arrivato a piedi da Cellio. Qui ha trascorso oltre quarant’anni e ha lasciato il suo cuore. L’obbedienza al vescovo, però, ha avuto la meglio: «Quando mi è stato affidato questo ruolo, non ho potuto dire no e sono grato ai miei superiori per aver pensato a me – commenta don Porzio -. Tuttavia, sono rimasto a Cellio quarantun anni e sette mesi ed è umano che io provi nostalgia e sofferenza nel lasciare un luogo in cui mi sono trovato così bene sotto ogni aspetto, a partire dai rapporti con le persone».

Affetto parrocchiani

Tra coloro di cui parla don Angelo Porzio, ci sono anche i paesani che domenica hanno deciso di aspettarlo al Sacro Monte o di percorrere a piedi insieme a lui tutto il tragitto da Cellio a Varallo. «L’affetto dei miei parrocchiani, che ricambio, si è sentito e alcuni che hanno assistito alla messa sono rimasti stupiti di questo – continua il nuovo rettore -. Con tutto il tempo trascorso con loro, però, è logico che la separazione rincresca a me e spiaccia a loro. A Cellio ho lasciato il cuore, perché non è solo un paese: è il luogo in cui ho vissuto il mio sacerdozio in pienezza».

Percorso

Come ha fatto per tanti anni insieme alle comunità di Cellio e Breia, domenica don Angelo Porzio ha mantenuto la tradizione e ha raggiunto il santuario cittadino a piedi. La camminata è iniziata alle 7 del mattino e il corteo, organizzato all’insegna dell’ordine, del distanziamento e senza dimenticare le mascherine, ha percorso oltre sedici chilometri in quasi quattro ore. Il tragitto ha attraversato i boschi, dove gli alpini hanno allestito anche una piccola zona di ristoro, e ha visto il gruppo di pellegrini fare tappa davanti a due chiesette, a San Bernardo e al Laghetto di Sant’Agostino. Da Cellio ad Agarla, passando poi per Cavaglia, Roccapietra, Cilimo, Pianpresello e, infine, Varallo, don Angelo ha fatto tutta la strada a piedi. Davanti a lui, una croce. Dietro, uno stuolo di parrocchiani e amici così numeroso che, una volta arrivati al santuario, in molti non hanno più trovato spazio in chiesa e hanno dovuto assistere alla messa dal sagrato della basilica o dalla piazza, attrezzata con altoparlanti. Il numero di posti a sedere, infatti, è stato limitato in modo da rispettare pienamente le normative anti-contagio da coronavirus. Insieme alla comunità di San Lorenzo, ha partecipato al piccolo pellegrinaggio anche il prevosto di Varallo, don Roberto Collarini. Da parte della parrocchia di San Gaudenzio, inoltre, è stato donato al nuovo rettore un piatto decorativo con l’immagine del Sacro Monte come segno di benvenuto.

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