Attualità
Emporio solidale della Valsessera: un giorno di apertura in più dedicato agli ucraini
Le richieste sono in aumento e a volte gestire il negozio diventa difficile. Intanto si cerca di migliorare il servizio con un nuovo furgone.
Valsessera, l’emporio solidale di Granero apre un giorno in più solo per le famiglie ucraine: le richieste sono in aumento.
Un giorno di apertura in più per l’Emporio solidale
Viste le esigenze delle famiglie, l’emporio solidale di frazione Granero a Portula aprirà anche al martedì pomeriggio. Ma solo per i nuclei familiari provenienti dall’Ucraina. Intanto i responsabili hanno partecipato a un bando per ottenere un furgone refrigerato per gli alimenti deperibili.
«Amplieremo gli orari di apertura – spiega il referente Massimo Platini –. In certe giornate, infatti, l’affluenza è troppa ed è difficile gestire l’attività. Mediamente accogliamo un centinaio di famiglie alla settimana». Gli orari saranno quindi il lunedì mattina dalle 9 alle 12,30, il martedì pomeriggio dalle 15 alle 17,30 e il giovedì dalle 15 alle 18.30.
In arrivo un nuovo furgone?
Lo scorso anno le famiglie in difficoltà che si sono rivolte all’emporio solidale sono state 240, ma i dati sono in aumento. L’emporio, che è ubicato nei locali dell’ex cinema Radar, è stato inaugurato nel luglio del 2019. Il progetto, che vede come capofila l’Associazione veterinaria per la cooperazione internazionale, è portato avanti da una rete di associazioni onlus, dalla parrocchia di San Giorgio, Caritas della Valsessera e da una serie di enti pubblici e privati.
L’emporio attualmente dispone di un furgone Ducato, di seconda mano, per il trasporto degli alimenti che si trovano nel banco alimentare di Moncalieri. Il mezzo è anche utilizzato da altre associazioni che operano sul territorio.
«A volte dobbiamo caricare anche prodotti surgelati o a temperatura da refrigerazione – spiega Platini –. E con la bella stagione si porrà il problema del caldo. Abbiamo partecipato al bando per lo sviluppo degli empori solidali, ma i contributi sono pochi e non sappiamo se riusciremo ad accedere. Vedremo come fare, abbiamo chiesto anche agli enti pubblici locali».
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