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Famiglia Valdilana bloccata in Birmania dall’emergenza: ora è rientrata

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Famiglia Valdilana bloccata in Birmania dall’emergenza Coronavirus: ora sono tornati e in quarantena volontaria.

Famiglia Valdilana in Birmania

Un viaggio con lo zaino in spalla si è trasformato in un’epopea per una famiglia di Valdilana. L’emergenza Coronavirus li ha sorpresi in Birmania e hanno faticato anche a tornare a casa. Claudia Garito e Massimo Narcetti con i piccoli Riccardo e Giovanni però sono riusciti a rientrare in Italia tra mille peripezie. Ora sono in quarantena volontaria, ma stanno bene. La famiglia di Valdilana a gennaio era partita per affrontare un viaggio nomade senza meta e senza tempo. La prima tappa era stata la Thailandia, qui si erano fermati per alcune settimane in un villaggio iniziando ad assaporare la libertà che cercavano. Avevano deciso di partire con poco: due zaini da 15 chili l’uno e tanta voglia di scoprire il mondo. Nel villaggio di Kanchanaburi avevano trovato ospitalità nella scuola di Bang Pong Wai dove Claudia ha insegnato in classe, mentre Massimo era in cucina in cambio di un posto dove dormire e i loro bambini hanno potuto “nutrirsi” di una nuova cultura.

In Birmania

A metà marzo la famiglia era partita per la nuova tappa, raggiungendo il Myanmar. Il Covid-19 non faceva ancora paura e dava la possibilità di spostarsi. Nell’arco di pochi giorni però ecco arrivare l’annuncio: bisogna lasciare il paese. «Le frontiere intorno stanno chiudendo ed il rientro in Italia non è un’opzione percorribile perché molti voli sono cancellati all’ultimo momento e tanti aeroporti non accettano gli italiani nemmeno per uno scalo – scriveva Claudia Garito nella pagina Facebook “4 Souls on the road” aperta per raccontare l’avventura -. Infine, ambasciata italiana e Farnesina non ci stanno aiutando a trovare una soluzione». Appena la scorsa settimana finalmente la possibilità di rientrare in Italia. E adesso la quarantena in attesa di fare riprendersi in mano la vita come tutti.

Uno stile di vita

«Questo viaggio rappresentava molto per me perché non si trattava solo di un periodo nomade alla scoperta di nuovi angoli di mondo, ma piuttosto di un nuovo modo di vivere e di intendere la vita – racconta ancora Claudia Garito -. Lo immaginavo e lo programmavo da tempo, mescolando immagini e sogni e desiderando di vederli intrecciarsi con le sorprese e gli imprevisti della realtà, ma questa volta è arrivato davvero uno tsunami improvviso che ha raggiunto tutto il mondo». Dalla scorsa settimana la famiglia è in Italia: «Non abbiamo mai avuto paura, siamo sempre stati fortunati e circondati da persone pronte ad aiutarci anche nelle piccole difficoltà, ma le leggi del Myanmar hanno confinato tutti gli stranieri nella città di Yangon, senza offrire a nessuno la possibilità di muoversi, se non per rimpatriare con gli ultimi voli disponibili. E’ stata una decisione sofferta, ma, per la sicurezza dei bambini e le preoccupazioni di chi ci vuole bene, il ritorno a casa si è rivelata l’unica opzione percorribile».

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