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Gattinara anche il nuovo sindaco si schiera per la fusione con Lenta

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Gattinara anche il nuovo sindaco appoggia la fusione: «La tendenza del presente e del futuro vira verso le aggregazioni».

Gattinara anche il nuovo sindaco per la fusione

È stato fissato in primavera il referendum sulla fusione tra Gattinara e Lenta: l’appuntamento è per domenica 8 maggio. Un progetto caldeggiato dalla città del vino, ma che ha trovato, soprattutto a Lenta, anche forte contrarietà. Tanto che la discussione aveva avuto toni accesi. «Ora il mondo è totalmente diverso rispetto a quello di due anni fa – afferma l’ex-primo cittadino Daniele Baglione, fautore con il collega Giuseppe Rizzi di Lenta della proposta – Il Covid ci ha portato i fondi del Pnrr, ma l’unione tra i nostri due Comuni continuerebbe a portare enormi vantaggi. La fusione prevede l’erogazione da parte dello Stato al nuovo ente di una cifra di 11 milioni di euro, un milione e 100.000 euro per dieci anni. Con questa cifra potremo abbassare le tasse ai cittadini e migliorare i servizi. Non vogliamo costringere nessuno, non vogliamo portar via niente a nessuno, però continuiamo a sostenere la convenienza dell’accorpamento».

L’opinione dei cittadini

Il referendum, oltre ad essere un passaggio istituzionale, servirà per conoscere il pensiero dei cittadini di entrambi i paesi, chiamati a testimoniare l’interesse e il gradimento di una decisione che porterà grandi cambiamenti, soprattutto per il centro più piccolo, che entrerebbe nell’orbita di una città di maggiori dimensioni. «Siamo pronti ad affrontare la prossima fase di questo percorso, iniziato più di due anni fa, per capire cosa ne pensano i nostri concittadini – conferma il sindaco Maria Vittoria Casazza –. La tendenza del presente e del futuro vira verso le aggregazioni: ne è una dimostrazione tutto ciò che è avvenuto negli ultimi due anni. Essere uniti conviene: anche adesso, per usufruire dei fondi del Pnrr, si stanno formando molte unioni tra enti. Per noi l’idea è ottima e procediamo nella direzione intrapresa».

I fondi

L’arrivo dei fondi statali del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbe far sembrare meno urgente la necessità di utilizzare il contributo decennale per la fusione. «Con l’accorpamento, i fondi pubblici si unirebbero, non ci sarebbe rischio di perdere finanziamenti; porteremmo a casa una miriade di risorse per il nostro territorio. Questo è il nostro punto di vista, di cui siamo estremamente convinti. Poi, se qualcuno preferisce continuare a sostenere una condizione che diventa sempre più difficile, soprattutto per i piccoli Comuni, accetteremo anche la decisione avversa – aggiunge Baglione –. Le vicende che stiamo vivendo in questi anni ci dimostrano che per andare avanti bisogna unirsi, ma ognuno resta libero di fare le proprie scelte».

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