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Geometra di Postua veterano della Nazionale paralimpica: Bruno Balossetti si racconta

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Geometra di Postua veterano della Nazionale paralimpica: Bruno Balossetti si racconta. E’ da Torino 2006 che indossa la casacca azzurra.

Geometra di Postua veterano

Con lui c’è ancora Gianluca Cavaliere, tesserato per le Aquile del Trentino. Quella di Balossetti è una avventura iniziata un po’ per gioco, ma poi ha scoperto un mondo fatto di agonismo e tante amicizie. Il geometra di Postua, costretto alla sedia a rotelle, è stato protagonista anche alla Paralimpiade che si è disputata a Pechino e ora sta già pensando all’edizione che si disputerà nei prossimi anni in Italia, con la i “Milano-Cortina”.

Come si fa ad arrivare a disputare cinque Paralimpiadi?

Grazie alla tanta passione e voglia di trasmetterla alle nuove leve. Devo dire che nell’ultimo periodo anche a causa del Covid avevo un po’ lasciato il giro azzurro. Poi, dopo aver ottenuto la qualificazione, ero stato convocato e ho risposto volentieri. Mi sono rimesso in forma e sono tornato a giocare.

Da Torino 2006 a Pechino 2022 come è cambiato il Para Ice Hockey?

Subito dopo Torino c’era stata una buona risposta di atleti. Diverse persone si erano avvicinate a questo sport, nel 2011 avevamo vinto anche un Europeo, Poi c’è stato un calo di attenzione e il movimento non è cresciuto.

Come mai la disciplina non cresce?

Va detto che il Para Ice Hockey è uno sport decisamente dispendioso. Io per esempio mi alleno a Varese. Ci sono pochi palaghiaccio dove poter giocare e allenarsi. Gli spostamenti sono costosi. Inoltre bisogna cercare di conciliare l’attività sportiva con il proprio lavoro e gli altri impegni.

Nonostante tutto è arrivato un quinto posto, il primo tra le squadre europee.

Il quinto posto, il primo tra le squadre europee, moltiplica il significato della nostra presenza a Pechino tutt’altro che scontata. Purtroppo in Italia il movimento del Para Ice Hockey fatica a crescere mentre in altri Paesi ci sono grandi numeri e addirittura forme di professionismo.

Come ha vissuto la Paralimpiade a Pechino?

La mia quinta Paralimpiade è stata bella ed emozionante come le altre ma questa volta anche molto strana. Gareggiare senza pubblico, non potersi muovere dal Villaggio insieme a volontari sempre incappucciati in versione anti-Covid ha tolto lo spirito di festa e di aggregazione proprio di questo evento.

Adesso c’è l’appuntamento a Milano-Cortina.

Proprio in vista di Milano-Cortina si spera che il movimento dell’Ice hockey cresca e attiri sportivi. La Federazione dopo il risultato ottenuto a Pechino ha promesso che si impegnerà a trovare nuovi atleti. Sarebbe bello arrivare a Cortina con una squadra almeno competitiva, ci sono nazioni che hanno veri professionisti ma noi abbiamo una buona base da cui partire e possiamo solo crescere.

Bruno Balossetti per l’appuntamento di Cortina ci fa un pensiero?

La vedo dura. Ho cinquant’anni e competere con ragazzi di venti o trent’anni inizia a diventare difficile. Mi piacerebbe comunque rimanere nel giro della Nazionale, magari nello staff, in fondo un po’ di esperienza alle spalle su questo sport ce l’ho. In questo senso nessuno deve chiamarsi fuori sfruttando il volano di Milano-Cortina 2026. Devo ringraziare l’ambiente della Nazionale e naturalmente alla Polha alla base del mio percorso sportivo ma soprattutto umano».

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