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Green pass, Confartigianato Piemonte protesta: “Ci costringono a fare i buttafuori”

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Green pass, Confartigianato Piemonte protesta: “Ci costringono a fare i buttafuori”. I controlli “scaricati” sui piccoli imprenditori, che non ci stanno.

Green pass, Confartigianato Piemonte protesta: “Ci costringono a fare i buttafuori”

A poche ore dal nuovo decreto di Mario Draghi, che pone l’obbligatorietà del Green pass per poter intraprendere diverse attività, arriva il commento del presidente piemontese di Confartigianato, Giorgio Felici.

Green pass, Felici: “Ci costringono a fare i buttafuori”

Giorgio Felici, presidente piemontese di Confartigianato, non ci sta e interviene seccamente:

“Ci fa piacere che il provvedimento di Draghi sul Green pass abbia avuto come effetto immediato la corsa alle vaccinazioni ma siamo sconcertati dal fatto che si imponga alle imprese e ai lavoratori di dover intraprendere l’attività di controllo. Non si sanziona una casa automobilistica se il guidatore viaggia in auto senza assicurazione. Invece si trasforma l’obbligo del Green pass in una sorta di responsabilità oggettiva che  ricade anche su artigiani e commercianti. Le sanzioni da 400 a 1000 euro  non ce le saremmo aspettate da un Governo versato allo sviluppo e alla ripartenza: l’astio anti-imprenditoriale l’abbiamo già conosciuto in passato. Dopo mesi e mesi di chiusure, restrizioni, zone rosse ed arancioni, non ci aspettavamo di essere costretti a fare i buttafuori dei nostri clienti, aggiungendo, alle altre incombenze, anche quella del controllo con i relativi rischi sanzionatori. Non solo, ci toccherà pure controllare l’età anagrafica dei più giovani, visto il limite dei 12 anni.

Per continuare a lavorare ci siamo adeguati a distanziamenti, mascherine, gel, plexiglass, sanificazioni, il tutto a nostre spese. Siamo assolutamente favorevoli all’obbligo del Green pass, ma è inaccettabile che si scarichino le responsabilità su artigiani e esercenti , obbligandoli a comportarsi come buttafuori o a dotarsi di ulteriore personale addetto ai controlli. E non per questo accettiamo di essere accomunati ai no-vax o no-mascherina. Siamo semplicemente dei lavoratori che vorrebbero poter lavorare. In sicurezza, ma senza essere obbligati a controlli che non ci competono”.

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