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Grignasco, Aldo Mora ricorda l’impresa sulla Torre di Boccioleto

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Grignasco, Aldo Mora ricorda la sua impresa: nel novembre 1953 scalò la Torre di Boccioleto.

Grignasco, Aldo Mora ricorda l’impresa sulla Torre di Boccioleto

A Grignasco tutti conoscono Aldo Mora, ma non tutti sanno che è stato lui, oggi 92enne, il primo ad aver compiuto una grande impresa. Il primo novembre 1953, infatti, il grignaschese (insieme al suo miglior amico Mario Sacchi) fu il primo scalatore della torre di Boccioleto.

E a distanza di quasi 70 anni dall’impresa le emozioni sono ancora intense. «Io e il mio amico Mario andavamo in montagna da autodidatti e solo nei giorni di festa – ricorda Mora –. Durante la settimana si lavorava in Filatura e non c’era tempo per allenarsi. Ricordo ancora il giorno in cui si diffuse la notizia della nostra impresa a Boccioleto: appena entrammo in fabbrica tutti applaudirono e ricevemmo pure una medaglia. Scoprimmo poi poco dopo che la nostra impresa venne anche diffusa dal Gazzettino padano».

I primi scalatori registrati

La scalata a Boccioleto fu qualcosa di incredibile per i due grignaschesi. «Avevamo solo 23 anni e abbiamo imparato a “far montagna”, come si diceva, con i manuali alla mano, senza nessun maestro. Non fu semplicissimo, tuttavia la voglia di immergersi nella natura e di esplorare il territorio ci portarono ad affrontare una serie di avventure. Il primo che scalò la torre nel piccolo paese in alta valle fu Vittorio Preti ma andò con un cavo, io e Mario in scalata. Qualche tempo dopo sapemmo che anche altri alpinisti avevano intrapreso l’impresa, ma probabilmente non erano stati segnalati negli appositi registri. Fu comunque una impresa straordinaria. E dopo di noi, molti altri si cimentarono con questa torre scoprendo lati diversi».

La presentazione del libro di Gae Valle

Proprio di questa impresa Mora parlerà nel pomeriggio di sabato 22 gennaio, nel corso dell’incontro in programma in sala consiliare alle 16, durante il quale è prevista anche la presentazione del libro “Sogni di Pietra – La storia della Torre di Boccioleto” di Gae Valle.

«A volte ricordiamo il passato anche insieme al signor Valle – sottolinea sorridendo la figlia di Mora, Marinella –, riflettendo anche sul fatto che un tempo non c’erano le strumentazioni che ci sono oggi. E allora visto che mio papà non aveva le corde adeguate, si racconta che avesse preso in prestito quella della campana di San Graziano».

Le scalate con l’amico Mario

Oltre alla torre di Boccioleto, Mora ha scalato tante altre cime. «Ho fatto la cresta Signal, e sono stato anche sulle Dolomiti, sulla Cima grande di Lavaredo e tante altre vette – racconta –. E ancora a 60 anni ho accompagnato mia figlia alla capanna Margherita. La montagna è qualcosa che è parte di te ed è come se ti chiamasse».

Insomma, Aldo Mora è un grignaschese che è cresciuto tra le cime alpine con un grande amico. «Quando penso alla montagna non posso non ricordare Mario che si è spento nel 2010 – sottolinea l’alpinista –. Abbiamo condiviso tante esperienze, e tante volte ci siamo anche salvati la vita a vicenda, perché andare in montagna non è sempre una “passeggiata”».

E come vede ora l’alpinismo una persona che ha cominciato a scalare una settantina di anni fa? «Nel corso degli anni tutto è cambiato. Per me era divertimento e passione, ora non so, non ho metri di paragone. Posso dire che gli strumenti sono più all’avanguardia di quelli che avevo io, ma in merito a cosa muove le persone a far montagna non saprei dire».

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