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Grignasco ritrova libro di Silvio Pellico dedicato alla Panacea

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Grignasco ritrova

Grignasco ritrova un’opera di Silvio Pellico dedicata alla Beata Panacea: l’importante scoperta grazie al ricercatore Aldo Lanfranchini.

Grignasco ritrova un libro di Pellico

Anche Silvio Pellico si interessò alla figura della Beata Panacea. A dimostrarlo è il ritrovamento avvenuto grazie ad Aldo Lanfranchini, grignaschese, stimato ricercatore, nonché autore di diversi saggi sulla storia della Valsesia e delle persone che la abitano.  È stato infatti ritrovato un libricino sulla vita della Beata Panacea, edito nel 1836, firmato da Silvio Pellico, uno dei più importanti scrittori del periodo Ottocentesco. In particolar modo la sua fama è dovuta a “Le mie prigioni”, un diario della sua detenzione in Austria a causa dell’affiliazione alla carboneria.

Le ricerche

«Quello che sappiamo su quest’opera dedicata alla Beata Panacea – spiega Lanfranchini – è che Silvio Pellico era molto religioso, e quindi interessato a tutto ciò che riguardava le persone e i fatti che caratterizzavano dal punto di vista spirituale il Piemonte. Avendo la possibilità economica di effettuare le ricerche che lo interessavano, grazie al suo impiego come precettore del marchese di Barolo, si spinse fino alla nostra valle dove trovò le informazioni necessarie per comporre un testo di questo tipo.  È sicuramente una fortuna per noi poter accedere ad informazioni di prima mano come queste».

Nelle biblioteche

La ricerca di quest’opera si è protratta per anni, poiché Lanfranchini ne conosceva l’esistenza, ma gli mancavano le date della pubblicazione o notizie riguardo l’editore. «Ho effettuato ricerche tramite varie biblioteche, soprattutto private – racconta -, ma al di là di alcuni cenni sull’opera non ero mai riuscito a reperire abbastanza dati. Allora mi sono ricordato che presso una biblioteca privata a Grignasco, una trentina di anni fa ebbi tra le mani l’oggetto della mia ricerca: si trattava di un poemietto, di piccole dimensioni, con una particolare copertina bianco-azzurra con una colomba. Rovistando tra gli scatoloni che contenevano quanto rimaneva di questa biblioteca finalmente, pochi giorni fa, sono entrato in possesso del libricino, che ora custodisco gelosamente tra i miei volumi.  Sono particolarmente contento di aver trovato un’opera di tale valore. Si tratta di un piccolo libricino di 80 pagine, ma che un autore della statura di Pellico si sia interessato alla Beata Panacea ne sottolinea ancora una volta l’importanza e la fama non solo nelle nostre zone, ma per chiunque sia interessato alla cristianità e ai suoi personaggi».

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