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“Hanno venduto i denti per giocarsi i soldi”

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Per alcuni vendere è uno sfizio, per altri una necessità. I racconti di Rosa Noemi Sarasso, titolare di un punto d’acquisto a Borgosesia. A breve sarà inaugurato il primo “compro oro” anche a Varallo. 

«All’inizio arrivavano donne e uomini di mezza età che si vendevano l’oro per togliersi uno sfizio. Portavano anelli, bracciali e catenine: noi pagavamo e loro uscivano paghi. Poi la recessione si è inasprita e sbarazzarsi dei gioielli di famiglia è diventata una necessità: si vende non per soddisfare vizi e sfizi ma per fare la spesa, acquistare libri di testo per i figli o pagare la rata del mutuo. Per chi è in difficoltà la possibilità di monetizzare preziosi, spesso dimenticati in fondo a un cassetto, può regalare un po’ di ossigeno».
Parla così Rosa Noemi Sarasso, titolare del “Centro compro oro” con negozi a Borgosesia e Biella, una delle prime donne che hanno saputo cogliere questa richiesta dei consumatori e trasformarla in realtà commerciale redditizia.
La sua è una storia che racconta la crisi degli ultimi anni  ma anche vicende incredibili di vizi e virtù: suocere che vendono l’oro per non lasciarlo in eredità alle nuore, giovani che vendono la catenina del battesimo per pagarsi l’ingresso in discoteca, anziani che si vendono i denti d’oro per giocarsi i soldi a carte. Ma anche una ragazza che ha trasformato in contante l’oro per pagarsi il viaggio a Treviso e assistere al processo contro il padre che l’aveva seviziata da bambina.

 

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