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Il Piemonte gioca: numeri e percentuali del gioco d’azzardo nella regione

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Banconote Euro
Banconote Euro (© Depositphotos)

L’Italia è terra di giocatori. Se questo è vero in generale, andando a guardare nel dettaglio i dati per ogni singola regione, emergono delle realtà molto diverse e sfaccettate. Proprio il Piemonte risulta sotto la media nazionale, ma ciò non significa che i numeri abbiano perso la propria importanza.

I numeri del gioco in Piemonte

La percentuale di giocatori d’azzardo in Piemonte supera leggermente il 30%. Contro una media nazionale che supera invece il 41%, ci si rende facilmente conto che esiste un gap significativo e positivo. All’interno della percentuale di giocatori, un numero consistente è costituito da uomini, che in misura maggiore si concentrano su Gratta&Vinci, Lotto e scommesse sportive. Il tutto si è andato riconfigurando con la più decisa diffusione del gioco online, con slot a tema che hanno preso sempre più piede, rispetto a macchinette AWP e VLT. La riconfigurazione in digitale ha di certo cambiato le abitudini dei giocatori, ma non ha intaccato in maniera significativa le percentuali e i valori medi relativi al gioco d’azzardo in Piemonte.

La media si è mantenuta intorno al 32% della popolazione piemontese. La spesa annua si è assestata invece a 6 miliardi di euro, per una media vicina ai 4.500 euro a giocatore e 1.500 euro a testa. Le perdite complessive sono ammontate invece a oltre 1 miliardo, sfiorando così i 750 euro per giocatore e i 250 euro pro capite. Come evidenziato, il gioco online comincia ormai ad attirare un numero crescente di giocatori. Oltre il 60% della spesa confluisce infatti nelle piattaforme di gambling, mentre più del 25% delle perdite si concentra ormai su questi siti. La spesa online raggiunge dunque ormai i 3.000 euro annui per giocatore.

I giocatori online, nel dettaglio, hanno visto crescere la spesa fino a 950 euro, con un occhio di riguardo ai giocatori abituali. Il valore, infatti, tende a salire se si considerano gli utenti occasionali che hanno giocato una sola volta. Nel frattempo, anche il quadro all’interno della regione è sfaccettato. Mentre nelle città si gioca più che nelle aree montane o rurali, in alcune province del nord sembra esserci una predisposizione maggiore rispetto all’area di Cuneo e di Torino. Si deduce facilmente che, essendo i casinò autorizzati da ADM – Agenzia delle Dogane e dei Monopoli obbligati a versare dei contributi allo Stato, questo si traduce in un’entrata non indifferente per il fisco. Le tasse sui giochi e le aliquote progressive sui jackpot più elevati costituiscono dunque un interessante introito per lo Stato.

In conclusione, anche il Piemonte gioca d’azzardo, ma lo fa leggermente sotto la media raggiunta dal resto delle regioni italiane. La legislazione statale è supportata da norme regionali volte a sensibilizzare sul gioco d’azzardo patologico, e questo frena i giocatori dal registrarsi su portali illegali. I soli casinò legali promuovono invece il gioco responsabile, rivelandosi la scelta più adatta per i giocatori.

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