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Il problema della fusione ha diviso il paese: ora Lenta deve ritrovare la sua serenità

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Il problema della fusione ha diviso il paese: ora Lenta deve ritrovare la sua serenità. A rivelarlo è il comitato “Non confondiamoci” che ha voluto analizzare l’intervento sui social dell’ex sindaco di Gattinara Daniele Baglione, sottolineando come la questione fusione abbia portato a «spezzare amicizie» e «liti tra moglie e marito».

L’analisi post voto

L’analisi post voto dell’ex sindaco di Gattinara Daniele Baglione ha scatenato la reazione del comitato “Non confondiamoci”. «Se ai Giochi Olimpici ci fosse la specialità di “Arrampicata sugli specchi”, Baglione con la sua diretta di lunedì 9 maggio scorso avrebbe senz’altro vinto la Medaglia d’Oro – scrivono dal comitato -. Ha molto divertito sentirlo fare delle acrobazie dialettiche e tentare di convincere la gente che la sua idea di fusione tra Gattinara e Lenta non ha perso, perché ha vinto il “Partito del Non-Voto”. Nossignore, il risultato del referendum a Gattinara ha visto la gente che gli ha votato palesemente contro ovvero gli ha semplicemente fatto capire che non aveva intenzione di sostenerlo, altrimenti sarebbero corsi a votare “si” e che la sua idea della fusione, sulla quale aveva scommesso la sua carriera politica negli ultimi due anni, era completamente insensata». Baglione si è lamentato anche degli insulti e del clima che si è creato di fronte a questo progetto: «Si è lamentato che è stato insultato, mentre lui non lo ha mai fatto. Allora che cosa sono le frasi da lui rivolte a quei lentesi che nel marzo 2020 sono andati in giro a raccogliere 406 firme contro la fusione. Dimentica che disse che questi avevano raggirato la gente, avevano carpito la buona fede degli anziani, avevano perfino minacciato che non firmava e, addirittura, che avevano usato violenza. Per non tacere che aveva detto testualmente che “il farmacista estorceva le firme”, ma non spiegando come (minacciando di dare ai clienti medicine scadute? Oppure facendoli pagare di più?). Forse ha dimenticato che, in pieno lockdown, ha partecipato alla seduta del consiglio comunale di Lenta, praticamente concionando solo lui, alzando la voce e battendo i pugni sul tavolo.

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Tutto questo quando i lentesi erano stati lasciati fuori dall’aula protetta con uno schieramento di carabinieri e agenti della Digos. Dopo tutto questo, è venuto a Lenta a fare un comizio in piazza. E che cosa si aspettava? Di essere accolto da leggiadre fanciulle che avrebbero cosparso di petali il suo incedere? E’ vero il quella occasione è stato anche insultato, ma chi per primo aveva esacerbato gli animi dei lentesi?». Il comitato contesta poi la mancanza di dialogo: «Sempre nella diretta Baglione ha poi affermato che lui aveva proposto un progetto. Anche qui ha giocato sulle parole. Non aveva proposto, aveva imposto il suo progetto di fusione, perché a fronte di 406 firme contrarie avrebbe dovuto essere abbastanza intelligente di capire che la grande maggioranza dei lentesi questa fusione non la digerivano. Ma, con protervia, ha continuato ad andare avanti. Solo adesso, dopo la sonora sconfitta, è diventato un agnellino e dice che “L’ascolto della volontà popolare è alla base di ogni azione che ha come scopo il bene collettivo e va sempre messo al primo posto”. Ma come mai non ha dimostrato “ascolto” davanti alle famose 406 firme dei lentesi contro la fusione? Aveva problemi all’udito? E mi riferisco anche alla riunione che tenne al Cinema Lux, alla quale parteciparono più lentesi e con un atteggiamento tranquillo ed educato. Ad una specifica domanda su che cosa avrebbe fatto se i gattinaresi avessero votato contro la fusione, rispose che avrebbe proseguito con l’iter per la fusione, allora “non ascoltava”».

Frattura nella comunità

Il comitato parla poi di una grave frattura nella comunità venutasi a creare proprio a causa del progetto di fusione: «Adesso l’ex sindaco di Gattinara predica pace e amore, ma a Lenta non si scorda il fatto che con la sua imposizione della fusione ha creato una grave frattura nel tessuto sociale lentese, dove sono state spezzate amicizie, perfino liti negli ambiti familiari fra moglie e marito, fra fratelli e sorelle, tra genitori e figli e così via. I danni morali e materiali che Baglione ha provocato a Lenta non possono essere cancellati con un colpo di spugna anche nell’euforia della vittoria del partito del “no”. Lenta non dimentica. Ci vorranno mesi se non anni per ritrovare la serenità e rinsaldare i vincoli antecedenti e tutto questo grazie all’insaziabilità di Baglione, il quale non contento di aver fatto il sindaco per i due mandati previsti, ha voluto creare tutto questo disastro al solo scopo di non volersi staccarsi dalla poltrona di sindaco». Il comitato chiude il proprio intervento: «Terminiamo con una citazione storica. Nel 1527, il Cardinale Mercurino Arborio di Gattinara aveva tentato in tutti i modi di impossessarsi del Castello-Monastero di Lenta. Quasi cinque secoli dopo Baglione, novello Mercurino, ha tentato la stessa cosa. I lentesi hanno mandato entrambi a casa con le ossa rotte e la coda fra le gambe».

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