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Il vicino di casa tutore della sicurezza: un’idea che piace a Romagnano

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Uno strumento finalizzato al controllo generale dei quartieri

Nove migranti arriveranno a Romagnano, intanto la maggioranza guidata dal sindaco Cristina Baraggioni boccia la mozione di Lega nord e rilancia con il “controllo del vicinato”. «Non abbiamo approvato la mozione sui migranti – spiega il primo cittadino – perché non aveva caratteristiche di legittimità; se l’avessimo recepita, c’era il rischio di un ricorso al Tar, come del resto è accaduto con mozioni analoghe in altri centri. Questo tuttavia non significa – precisa il primo cittadino – che non abbiamo a cuore il problema dei migranti». Tanto che Baraggioni guarda con interesse al progetto, già collaudato in altri Comuni di “controllo di vicinato”. «Si garantirebbe così la sicurezza dei quartieri – spiega – attraverso le relazioni tra i vicini di casa, con un’azione sinergica tra forze dell’ordine e volontari opportunamente formati. Uno strumento che servirebbe per un generale controllo del territorio. A questo proposito intendiamo far partire un tavolo di lavoro per vedere se e come questa sia una strada percorribile».

In altre città, come ad esempio a Parma, il programma controllo di vicinato vede il comandante della polizia municipale come responsabile, che a sua volta si coordina con carabinieri e polizia nel momento in cui dovessero partire denunce di reati. I cittadini che voglio partecipare devono comunicare la propria adesione al Comune. Viene quindi individuato tra i volontari un coordinatore per ogni “gruppo di controllo” di ogni area, quartiere e frazione. Il suo compito è raccogliere con metodologie condivise dal Comune (sms, social network, mailing list) le istanze e le informazioni pervenute dalla rete dei cittadini iscritti. Inoltre deve valutare e veicolare le informazioni raccolte al responsabile o alle forze dell’ordine. I gruppi, in quel caso, mantengono la comunicazione tramite pagine Facebook dedicat, con gruppi chiusi moderati da un amministratore, o gruppi su WhatsApp. «Un esempio banale di controllo del vicinato- prosegue Baraggioni – consiste, ad esempio, nel segnalare i numeri di targa di persone sconosciute o sospette che si aggirano in zona. Le aree saranno comunque delimitate da cartelli che segnalano il “controllo del vicinato”. Ma deve essere chiaro che il problema della sicurezza non riguarda solo i migranti».

Nella mozione, la Lega chiedeva tra le altre cose il coinvolgimento dei Comuni nei processi decisionali sulla destinazione e gestione degli immigrati mediante «una normativa comunale che vincoli i proprietari di beni immobili a comunicare preventivamente all’amministrazione locale la sottoscrizione di contratti di locazione o comodato con soggetti che abbiano tra le possibili finalità l’ospitalità di richiedenti asilo». A Romagnano gli immigrati verranno ospitati in un appartamento, di proprietà dell’ente gestore, al primo piano di una palazzina situata in via Pajetta, abitata da famiglie. «La mozione della Lega – conclude Baraggioni – proprio non poteva passare; già altrove è stata oggetto di ricorsi al Tar. Resta il fatto, e lo abbiamo ben presente, che la gestione dei migranti fa acqua da tutte le parti. Ma non può essere risolta dai singoli Comuni».

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