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Infortuni Monte Rosa: in aumento interventi del Soccorso

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Infortuni Monte Rosa la maggior parte ha richiesto l’intervento dell’elisoccorso e riguarda sciatori infortunati in fuoripista

Infortuni Monte Rosa, a marzo una slavina ha sfiorato tre escursionisti in valle d’Otro

L’inverno valsesiano del 2018 ha fatto molto riflettere. La neve è caduta abbondante e le temperature sono rimaste per il momento piuttosto basse, senza creare valanghe. Parziale eccezione la slavina che ha sfiorato tre escursionisti nella vallata laterale di Otro a inizio marzo. Eppure gli interventi del Soccorso Alpino sono aumentati. Negli ultimi tre anni i salvataggi sono stati in media 55 all’anno; dall’inizio della stagione invernale a oggi sono stati 27, con un trend in rialzo rispetto al 2017. La maggior parte ha richiesto l’intervento dell’elisoccorso e riguarda sciatori infortunati in fuoripista ma il recupero di persone poco attrezzate, purtroppo, sta diventando sempre più frequente.

La causa è spesso l’impreparazione

La causa è spesso l’impreparazione, scarsa conoscenza del territorio e dei suoi pericoli e un’attrezzatura non adeguata. «Dobbiamo ancora crescere a livello culturale», commenta amareggiato Andrea Enzio, presidente dello storico corpo guide di Alagna, che ha alle spalle 150 anni di storia. Il bel tempo è il miglior incentivo per chi vuol godersi la montagna in tutte le sue innumerevoli attività, ma può essere, paradossalmente, un tranello. Le giornate di sole invogliano a mettersi sugli sci, a osare di più, solo che basta poco per guastare la festa: una ferita, nebbia improvvisa o una banale scivolata.

La maggior parte dei salvataggi avviene d’estate

Ma la maggior parte dei salvataggi avviene d’estate, intorno al mese di agosto: Sono perlopiù interventi a quote medie: chi va sul Rosa rischia di più ma è anche mediamente più attrezzato con ramponi, corde e imbragature. Invece sotto i tremila metri è aperto a tutti, tanti pensano che bastino scarpe da ginnastica, pantaloncini e lo zainetto di scuola.  Le 41 guide alpine di Alagna sono ormai abituate all’uso quotidiano della tecnologia, un appoggio fondamentale per escursionisti e soccorritori. Innanzitutto permette un’informazione in più prima di partire. Nonostante le possibilità di documentarsi per bene offerte da qualunque telefonino, capitano ancora salvataggi considerati “strambi”: L’anno scorso erano state recuperate due persone in Val Formazza che avevano chiamato l’elisoccorso, ma non avevano niente. Assolutamente niente. Bastava che si girassero e tornassero indietro».

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