Attualità
L’Asl: «Non si può imporre a un medico di esercitare a Quarona»
L’azienda sanitaria interviene sulla mancanza di un nuovo ambulatorio in paese
Non cambia la situazione di Quarona e continuano a essere centinaia i quaronesi che non hanno un medico di base in paese. E non sembra esserci una soluzione, almeno a breve termine. Così come l’amministrazione comunale, che si è subito mossa per cercare di rimediare al disagio degli assistiti rimasti orfani della dottoressa Maria Franca Cavagnino, anche l’Asl è consapevole delle difficoltà portate da questa situazione.
«Stiamo provvedendo con tutti gli strumenti a nostra disposizione per evitare il più possibile disagi ai cittadini – spiega il direttore generale dell’Asl di Vercelli Chiara Serpieri -. Purtroppo le procedure previste dalla “Convenzione nazionale unica” su cui si basa il contratto dei medici di base sono complicate e burocratiche. Noi stiamo cercando di applicare un approccio meno burocratico estendendo, per esempio, l’uso (non obbligatorio) di notifica diretta ai pazienti».
Nei giorni subito successivi al pensionamento di Cavagnino, molti quaronesi si sono riversati al Cup dell’ospedale di Borgosesia per effettuare il cambio del medico, andando incontro a lunghe attese. Non tutti poi, in modo particolare gli anziani, avevano a disposizione un’auto per lo spostamento e hanno dovuto richiedere un passaggio a parenti e amici. «A questo proposito – prosegue Serpieri – ricordo che le modalità di gestione del cambio del medico non implicano necessariamente un accesso fisico agli sportelli, in quanto è possibile utilizzare la procedura on line, accessibile dal sito dell’Asl con tessera sanitaria e credenziali o attraverso i nostri sportelli con percorsi facilitati anche da parte di persona munita di delega. Inoltre gli stessi medici, dovendo seguire regole previste dal contratto, dovrebbero avvisare i propri mutuati».
In molti si sono chiesti perchè l’azienda sanitaria non abbia mandato un nuovo medico in paese. La risposta è che non può, come spiega ancora Serpieri: «La convenzione con i dottori di medicina generale non consente alle Asl di imporre l’apertura di sedi ambulatoriali dove non ci sia carenza dichiarata, cioè un numero di abitanti superiore alla disponibilità dei medici presenti che, si ricorda, possono seguire fino a 1500 pazienti ognuno. Nell’area in oggetto esiste una potenziale disponibilità rispetto ai due medici a oggi in servizio e quindi non è possibile considerarla zona carente».
Resta la speranza che gli ultimi eventi (il pensionamento di Cavagnino e il decesso del dottor Mario Andreone, che aveva ambulatori a Cellio, Breia e Coggiola) portino alla nomina di un nuovo medico a disposizione della Valsesia. «Gli assistiti del dottor Andreone a Cellio e Breia erano circa 430 – conclude Serpieri -. In seguito alla sua morte non abbiamo potuto far altro che attivare un sostituto nei termini previsti dalla convenzione, ovvero per un mese, tempo massimo consentito. Siamo costantemente in contatto con i sindaci di Quarona, Cellio e Breia con l’intento di favorire per quanto possibile ogni azione diretta a facilitare e favorire i cittadini».
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