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La Lombardia copia Buonanno: burqa vietati

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La Lombardia segue Buonanno. Dal primo gennaio niente burqa o niqab in ospedali o uffici regionali.

La Lombardia segue Buonanno. Dal primo gennaio niente burqa o niqab in ospedali o uffici regionali. Lo ha stabilito la giunta regionale del presidente Roberto Maroni di Lega Nord con una apposita delibera che ha già scatenato non poche critiche. Ma a Varallo la regola esiste già da anni e anche in questo caso le polemiche non erano mancate. Era stato il sindaco Gianluca Buonanno nel 2009 a dire chiaramente che nella città del Sacro Monte non si può girare con il volto coperto evidenziandolo con tanto di cartelloni all’ingresso della città. I cartelli “no burqa” erano stati anche oggetto di una battaglia legale e alla fine l’associazione Asgi per gli studi giuridici sull’immigrazione ha ottenuto che fossero rimossi all’entrata di Varallo.

Il provvedimento adottato in Lombardia punta soprattutto a garantire misure idonee al rafforzamento del sistema di controllo, identificazione e sicurezza vietando l’utilizzo di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona nelle sedi istituzioni regionali. «Tutti dovranno essere riconoscibili, abbiamo semplicemente reso attuativo l’articolo 5 della legge Reale del 22 maggio 1975», ha spiegato Simona Bordonali, assessore regionale alla sicurezza dopo la delibera approvata. Vietato l’ingresso negli ospedali e negli uffici regionali alle donne coperte da burqa e niqab, mentre potranno continuare a entrare nelle strutture le donne che indossanohijab, khimar e chador, ovvero indumenti che non coprono il volto.

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