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L’ambulanza non arriva, si trasforma in ostetrico e fa nascere la figlia in casa

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L’ambulanza non arriva, si trasforma in ostetrico e fa nascere la figlia in casa. Stefano Penate, 27 anni di Rho, grazie all’aiuto di una operatrice del 112 fa nascere la figlia Giulia in casa.

L’ambulanza non arriva

E’ ancora emozionato il giovane rhodense che martedì mattina ha vissuto il momento più bello sua vita «Mi sono tranquillizzato solamente quando ho sentito la piccola piangere e ho visto che mia moglie Wendy stava bene».

Una grande emozione vissuta anche dal fratellino di soli 3 anni

Come riporta Prima Milano Ovest, una emozione grande vissuta in prima persona anche dal piccolo Leonardo, di soli 3 anni, che nella stanza accanto a quella dove si trovavano mamma e papà ha atteso con trepidazione, insieme a una zia, l’arrivo della sorellina. «Tutto ha avuto inizio lunedì quando dopo le prima contrazioni siamo andati in ospedale – raccona il neo papà – Ci hanno detto di tornare a casa che era troppo presto». La mattina seguente, dopo una notte insonne per i dolori, Wendy e Stefano si stavano preparando per tornare all’ospedale quando… «Quando mia moglie improvvisamente ha iniziato a avere dolori sempre più forti – racconta Stefano Penate – Ho chiamato il 112 spiegando all’operatrice cosa stava succedendo. L’operatrice che era dall’altra parte della cornetta ha subito chiamato l’ambulanza e dopo mi ha tranquillizzato».

Ho messo il telefono in vivavoce e ascoltato i consigli dell’operatrice del 112

Poi è arrivata la parte più difficile. «La parte del parto – racconta emozionato Stefano Penate – Ho appoggiato il telefono sul letto, in vivavoce, l’operatrice del 118 è stata fantastica, con una grande calma mi ha guidato spiegandomi passo passo cosa dovevo fare per far nascere mia figlia». Una gioia indescrivibile quella vissuta da papà Stefano. «La parte più emozionante è stata quando ho visto uscire la testina e le spalle – racconta Stefano Penate – A un certo punto però mi sono preoccupato, la bambina sembrava immobile, non piangeva. E anche in questo caso l’operatrice della centrale del 118 è riuscita a calmarmi dicendo che era tutto normale. Da li a pochissimo la bimba ha iniziato a piangere, l’ho preso in braccio e l’ho messa nelle braccia di mia moglie».

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