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L’Anpi ricorda la “dutura” Daniela Dell’Occhio di Prato Sesia

Nei giorni scorsi posata una targa a Balmelle di Ferrate, sopra Rimasco

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L’Anpi ricorda la “dutura” Daniela Dell’Occhio di Prato Sesia. Una targa a Balmelle di Ferrate, sopra Rimasco, ricorda il medico pratese e staffetta partigiana Daniela Dell’Occhio. E’ quella che è stata posata dall’Anpi provinciale in ricordo della “Dutura”, scomparsa nel 2022 a 95 anni.

L’Anpi ricorda la “dutura”

Il suo nome è noto non solo a Prato Sesia, dove viveva, ma in tutta la Valsesia, nel Novarese, e in buona parte del Piemonte, per il ruolo che ha avuto nella lotta di Liberazione. Daniela Dell’Occhio era nata nel 1926 a Gattinara da una famiglia antifascista. Visse molta parte della sua giovinezza nella frazione Balmelle di Rimasco, in Val Sermenza, dove la famiglia aveva una casa.

Diventò staffetta con il nome di “Tormenta”

La nonna, maestra elementare, fu sollevata dal proprio incarico proprio per le sue idee antifasciste. Quand’era ragazzina scoppiò la Seconda Guerra mondiale e, quando nelle valli iniziò la lotta di Resistenza, Dell’Occhio entrò in quel mondo, divenendo staffetta e acquisendo il nome di battaglia “Tormenta”. Andava ogni giorno a portare ai partigiani i messaggi che arrivavano dall’alto; conosceva i luoghi della montagna, sapeva dove trovarli e come sfuggire al pericolo di essere individuata.
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Studiando al liceo classico di Varallo, si muoveva senza destare sospetti; procedeva in bicicletta o a piedi, sobbarcandosi decine di chilometri ogni giorno. Quando successivamente venne chiamata a raccontare la sua storia, spesso sottolineava che quello era stato il periodo più bello della sua vita.

Si laureò in medicina

Dopo la Liberazione, si iscrisse all’università, laureandosi in medicina. Conobbe Napoleone Calderini, anch’egli medico; lo sposò ed ebbero due figli. Insieme, svolsero per 40 anni la professione di medico generico a Prato Sesia. La sua professione e l’ottimo rapporto che aveva con i suoi pazienti, le valsero l’appellativo affettuoso di “La dutura”.

Ma non abbandonò mai l’impegno politico, che la portò anche a sedere per lungo tempo nel consiglio comunale pratese. Preferiva però la militanza attiva, la battaglia per l’emancipazione delle donne e fu protagonista di tante iniziative per l’emancipazione femminile. L’ultimo a intervistarla fu il giornalista Gad Lerner per il progetto “Noi partigiani”; in quell’intervista Dell’Occhio precisò che «l’antifascismo è una questione di buona educazione».

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