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Laura Cerra: contro il Covid potenziare i servizi sul territorio per non intasare gli ospedali

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Laura Cerra racconta la sua esperienza con il Covid e gli spunti di riflessione per un’assistenza puntuale ai cittadini.

Laura Cerra racconta il Covid

Importantissime le cure, ma anche informazioni e rassicurazioni per combattere il panico. La dottoressa Laura Cerra, farmacista, ex sindaco di Borgosesia e ora presidente di Fondazione Valsesia, è positiva al Covid. E con lei tutta la famiglia, una decina di persone in tutto. L’ha comunicato lei stessa con un video sul propri profilo Facebook con il quale ha voluto rassicurare tutti. «Abbiamo avuto febbre, siamo in casa e ci stiamo curando». Il tampone è stato fatto anche ai dottori della farmacia in piazza Mazzini e tutti sono risultati negativi. «Sono contenta per i miei ragazzi», ha commentato. Sabato la dottoressa Cerra sarà sottoposta ancora a tampone. Sin da subito si sono auto -isolati in casa e stanno seguendo le indicazioni del medico di base e dall’Asl.

Le cure

Da venerdì sta affrontando il Covid, come state vivendo questo momento e quali possono essere i consigli da dare?
Il consiglio è che do è di stare attenti alla sintomatologia e non sottovalutarla, rivolgersi al proprio medico di base nei momenti in cui compaiono i sintomi senza avere paura. Noi abbiamo avuto la febbre, siamo rimasti in casa e ci siamo autoisolati. Il medico di base ha chiesto il tampone, nel frattempo abbiamo subito pensato alle persone con cui eravamo state in contatto nelle 48 ore precedenti aiutando l’Asl a informare tutti. Soprattutto non bisogna avere vergogna, è una cosa ormai epidemica.
Come vi state curando?
Stiamo assumendo i farmaci normali per la febbre, ma soprattutto cerchiamo di pensare positivo, dipende poi dal tipo di sintomatologia che uno ha. Il consiglio è tenere sotto controllo la saturazione dell’ossigeno che va verificata due o tre volte al giorno, dopo aver camminato un momento.

L’assistenza territoriale

Cosa le sta insegnando questa esperienza?
La cosa fondamentale è potenziare l’assistenza territoriale. Avere riferimenti che diano tranquillità, fiducia. Avere dei numeri di telefono dove la gente può chiamare, avere un medico dall’altra parte che può dare un consiglio e tranquillizzare. La gente ha bisogno di essere ascoltata, rassicurata e monitorata. Soprattutto in Piemonte si stanno riempiendo reparti di persone che potrebbero stare tranquillamente stare a casa. Invito a livello politico e sanitario di potenziare la rete territoriale. I medici di base non possono farcela da soli, la gente ha bisogno di numeri di telefono da chiamare e poter essere rassicurata.
Tanti i messaggi di solidarietà sui social.
Tantissimi i messaggi sui social. Ma avrò rassicurato con cento e più messaggi gente che è in quarantena a casa e che ha paura, c’è troppa confusione. Con le mie competenze ho cercato di mettere a disposizione la mia esperienza, spiegando come mi sto curando. Proprio per questo sono convinta che sia necessario attivare più numeri per dare rassicurazione e fiducia. Il Covid è una brutta malattia non va sottovalutata, a ognuno dà effetti diversi. La gente ha bisogno di curarsi a casa e di essere assistita a casa. Basta andare negli ospedali e pronto soccorsi perché si è colti dal panico. E infine un grazie a tutti i sanitari medici e infermieri che hanno bisogno di essere sostenuti e in particolare da Regione, Asl e comuni. Hanno bisogno di noi».

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