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Lega Piemonte sospende la proposta di legge sul gioco d’azzardo patologico

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Lega Piemonte sospende la proposta di legge sulla ludopatia. Ma si tratterebbe solo di un “cambio di strategia”.

Lega Piemonte vuole modificare la legge sul gioco d’azzardo

Qualche settimana fa la maggioranza di centrodestra del consiglio regionale ha presentato in aula delle modifiche alla legge n.9/2016 sul gioco d’azzardo. In particolare, la “Legge Leone” (così chiamata dal nome del primo firmatario, il consigliere leghista Claudio Leone) vuole abolire il cosiddetto “distanziometro”. Con questa espressione si fa riferimento al divieto di avere slot machine per quei locali che si trovino a 500 metri (300 metri nei comuni più piccoli) da luoghi sensibili (bancomat, scuole, ospedali o stazioni).

La legge n.9/2016 venne votata, come si può intuire, nel 2016 all’unanimità da tutte le forze politiche. Tale normativa permetteva agli esercizi commerciali di adeguarsi alle nuove regole in cinque anni di tempo. Il limite scadrebbe quindi il prossimo 21 maggio.

Proposte momentaneamente sospese

In queste ultime due settimane i consiglieri del Pd e del Movimento 5 Stelle, insieme ad associazioni come Libera, Acli e Cgil, si sono unite in protesta davanti al palazzo del governatore Cirio. Nei giorni immediatamente successivi, già Forza Italia aveva deciso di deporre le armi. In una nota aveva scritto: «In questo difficile momento per la nostra regione le priorità di Forza Italia sono i vaccini, il lavoro e le riaperture, non sicuramente il gioco d’azzardo».

La Lega, invece, sembrerebbe ancora convinta a restare sui suoi passi. Nonostante sia di oggi, giovedì 22 aprile, l’annuncio di voler sospendere la proposta di legge; nelle prossime settimane verrà presentato un Ddl della Giunta. La decisione è stata presa con 23 favorevoli e 17 non votanti.

Solo un “cambio di strategia”

«Per noi è solo un cambio di strategia – hanno spiegato il capogruppo della Lega Alberto Preioni e il primo firmatario Claudio Leone -. Abbiamo dovuto fare i conti con 65mila emendamenti, una distorsione della democrazia che dovrebbe essere confronto e dialettica. Ci sono 5000 persone che rischiano di perdere il posto e non possono rimanere appesi a un filo. Il nostro è un arrivederci a tra poche settimane».

«Nessun passo indietro – ha poi affermato Leone – Il provvedimento voluto con forza dal gruppo della Lega non è né accantonato, né ritirato né tantomeno bocciato».

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