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Lorenzo Fanottoli chiude la Dakar: secondo tra gli italiani

Il giovane motobiker lavora in Nigeria, ma la sua famiglia è di Borgosesia dove in tanti lo conoscono

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Lorenzo Fanottoli - Dakar

Lorenzo Fanottoli chiude la Dakar: secondo tra gli italiani. Si è concluso l’altro giorno il raid più famoso al mondo: la Dakar, gara che non ha bisogno di presentazioni e facente parte del Campionato del mondo Rally Raid. Con il numero 87 sulle fiancate della sua moto KTM 450 Rally, c’era anche un borgosesiano.

Lorenzo Fanottoli chiude la Dakar: ecco il sogno di un giovane borgosesiano

Classe 1995, per la seconda volta partecipa all’importante appuntamento. Lo scorso anno fu costretto al ritiro per la rottura della clavicola dopo una brutta caduta. Ma quest’anno si è presentato più in forma che mai con un grande allenamento alle spalle. Lo aveva detto che avrebbe voluto riprovarci presto.

Lavoro in Nigeria

Lorenzo vive e lavora in Nigeria nella ditta di famiglia, ma Borgosesia è sempre nel suo cuore. La manifestazione è iniziata il 31 dicembre scorso dalle vicinanze di Yanbu , in Arabia Saudita, in un “Sea Camp” sulle rive del Mar Rosso, per muoversi tra dune e pietre per una lunghezza quasi di 10mila km totali con un chilometraggio di quasi 5000 chilometri di prove speciali. Una vera e propria prova di resistenza, questa 45esima edizione che si auto-definisce la più dura da quando il rally è arrivato in Arabia Saudita, districata in 14 tappe e coprendo da Est a Ovest, l’intero territorio Saudita.
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Una gara in crescendo

Dopo le prime tappe, la gara risulta ancora tutta da decidersi, con innumerevoli ritardi e cambi di programma a causa della grande pioggia che si è abbattuta nel centro del deserto da Al Duwadimi fino a Riyadh.
«Dopo otto giorni – racconta Lorenzo Fanottoli – finalmente il meritato riposo. Le prime giornate sono state molto dure, con un fondo che non amo particolarmente: pietre e roccia. È dura, ma ce la sto mettendo tutta per portare a casa un bel risultato. Se mi diverto? Giorni si e giorni no. Tra poco entreremo nella parte più in sintonia con me: le dune dell’Empty Quarter».

Una tappa particolare

La 12esima tappa risulta appunto la vera e propria sfida per i concorrenti: L’Empty Quarter, “il quarto vuoto”, il deserto di sabbia più grande al mondo. Deserto che ospita la maggior parte dei giacimenti petroliferi sauditi. Una tappa maratona che si è mossa per 185 km tra le sue difficili dune.

Risultato formidabile

A Dammam per il podio finale. Tra loro c’era anche Lorenzo: molto stanco e provato, ma pieno di gioia per il risultato ottenuto. Ha concluso 47° assoluto, 25° della sua categoria e secondo tra gli italiani, motivo di grande orgoglio per papà Sergio, mamma Simona e Lucrezia, ma anche per tutta Borgosesia dove ha tanti amici che lo conoscono e seguono le sue avventure a bordo delle due ruote. .

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