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Lupo in Valsesia, più di cento incursioni all’anno

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Lupo in Valsesia, più di cento incursioni all’anno: «Bisogna salvare gli allevatori».

Lupo in Valsesia, più di cento incursioni annuali

Più di cento attacchi di lupo ogni anno. In Valsesia le predazioni sono aumentate rapidamente negli ultimi sei anni: è quanto risulta da dati ufficiali, secondo i quali se nel 2013 si registrava una sola predazione e nel 2014 nessuna, ecco che nel 2015 si è passati improvvisamente a dodici predazioni e nel 2019 si è superato il centinaio di predazioni accertate.

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Una riunione sul tema, con dati alla mano

«Si tratta di dati preoccupanti – commenta l’assessore all’agricoltura dell’Unione montana Valsesia, Marco Defilippi – dai quali ho iniziato la mia relazione davanti alle commissioni della Regione Piemonte che l’altro giorno hanno tenuto un’audizione sul tema, a seguito della dura presa di posizione Mauro Didier, presidente delle Alpi Cozie, che ha chiamato in causa la Regione Piemonte in merito all’impostazione del progetto europeo Wolfalps».

Bisogna tutelare gli allevatori

Davanti ai membri della terza commissione (presieduta dal valsesiano Angelo Dago) e della quinta commissione, Defilippi ha illustrato la situazione sul territorio, proponendo misure che vadano a tutelare le attività degli uomini che da secoli vivono sulle nostre montagne.

Lupo più tutelato dell’uomo?

Alcune riflessioni di Defilippi: «Non interessa più nulla a nessuno se l’agricoltore viene pesantemente danneggiato, l’interesse dell’opinione pubblica si focalizza sull’animale e sul suo diritto alla libertà, senza considerare il diritto dell’uomo a svolgere le proprie attività e a sopravvivere in un ambiente naturale non certo facile. Ho anche invitato tutti coloro che lo desiderino a sperimentare questa vita per qualche giorno, a provare i sacrifici che si fanno sui nostri alpeggi».

Coinvolgere anche gli alpigiani

L’esposizione dell’assessore Defilippi si è conclusa con una proposta: « Vorrei inoltre che nei monitoraggi di Wolfalps fossero coinvolti anche gli alpigiani: finora, ed è molto curioso, si sono chiesti i pareri di diversi soggetti, ma mai quelli di coloro che vivono in montagna e sviluppano qui la loro economia. Se il lupo ha diritto di vivere, non credo che l’uomo non possa avere questo stesso diritto».

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