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Matteo Curri alla guida del Carnevale di Varallo: tradizione di famiglia

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Matteo Curri è il nuovo presidente del Comitato carnevale di Varallo. Suo padre ha ricoperto la stessa carica negli anni Novanta.

Matteo Curri presidente

Nuova guida per il Comitato carnevale di Varallo. Matteo Curri, libero professionista classe 1994, raccoglie non solo il testimone da Simone Berardi, ma anche una vera eredità di famiglia: suo padre, il compianto Daniele Curri, ricoprì la carica per quasi la totalità degli anni ’90. Il vero confronto, però, per Matteo è solo con se stesso e l’obiettivo come presidente è quello di riuscire a riportare il carnevale alla gente dopo quasi due anni di pandemia.

All’interno del Comitato carnevale di Varallo ha ricoperto i ruoli di guardia e di dignitario nel gruppo mascherato, poi quello di vicepresidente. Cosa l’ha spinta a candidarsi come guida del gruppo?
Il carnevale è qualcosa di talmente insito nella mia famiglia che è quasi un dovere portare avanti la tradizione in tutti i suoi aspetti. Carnevale per me significa mantenere il più possibile qualcosa che si porta avanti “dalla notte dei tempi”, per citare il nostro Marcantonio Gianni Nettis. Lega le persone e permette loro di vivere una comunità in tutti i suoi aspetti, rimanendo ancorate al paese. Una cittadina di settemila abitanti come Varallo muore senza tradizioni: sono queste che tengono insieme una comunità, soprattutto durante l’inverno. È facile animare un posto di montagna nei mesi estivi, quando la valle si popola di villeggianti e turisti, mentre gennaio e febbraio sono mesi complicati e il carnevale assolve molto bene a questa missione.

L’edizione 2022

Lei è un figlio d’arte, suo padre è stato prima guardia di Marcantonio e poi presidente per nove anni. Come ci si sente a raccogliere un’eredità così importante?
Non soffro il paragone con mio padre, anche perché i suoi anni di presidenza sono finiti quando ero molto piccolo e non ho ricordi personali di quel periodo. In compenso, odio deludermi. Il confronto, quindi, è solo con me stesso.

Quali sono gli obiettivi da raggiungere come presidente?
Riportare in piazza tutte le manifestazioni dopo quasi due anni di lockdown e restrizioni sarebbe un successo incredibile. Il sogno per l’edizione 2022 è arrivare alla fine del carnevale essendo riusciti a tenere tutti gli eventi della nostra tradizione.

La Giurnàa d’la Leugna

Qual è il suo preferito?
Sicuramente la Giurnàa d’la Leugna. Non ne ho mai saltata una dalla nascita, dal 1995 in poi. Nel 1994 non ero ancora nato e mia madre non mi ha portato alla sfilata nel pancione: mi dice sempre che quello è stato l’unico anno in cui io non abbia partecipato alla giornata della legna. È la mia tradizione preferita perché racchiude in sé il senso di solidarietà. Tutti contribuiscono nel loro piccolo alla realizzazione di un piatto che in origine era pensato per i carcerati e per chi non ce la faceva. Adesso c’è la sottoscrizione e non si forniscono più le vivande per la paniccia, ma il fatto che ognuno vada a prendere il proprio pezzetto di legna per preparare una minestra per tutti esprime davvero quel senso di comunione che è alla base del nostro carnevale.

Manca poco all’inizio del carnevale e, come vuole la tradizione, rimane segreta l’identità della Cecca. Il presidente è solito conoscerla, ma non quest’anno, perché lei ha dichiarato di volere la sorpresa proprio come tutti gli altri varallesi. Qualche sospetto?
Non so chi sia la Cecca e fino all’ultimo non voglio saperlo. Mi piace il mistero dietro la maschera. Il gioco è una parte importante della tradizione, essendo unica nel suo genere, ed è anche un ottimo modo per preparare il paese al carnevale, perché già un mese prima si sente nell’aria che sta per arrivare.

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