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Mezzo inverno senza sci: la Valsesia stima una perdita di 40 milioni

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Mezzo inverno senza sci: la Valsesia stima una perdita di 40 milioni. Domani, lunedì 15 febbraio, la prima apertura dopo settimane di attesa. 

Mezzo inverno senza sci: la Valsesia stima una perdita di 40 milioni

La chiusura degli impianti di risalita in Valsesia fa perdere alla montagna qualcosa come 40 milioni di euro. Numeri impressionati, ma che derivano da uno studio attento di cosa produce il mondo dello sci stilato da Arpiet, Università e Regione: un euro di skipass corrisponde a 10 euro nell’economia reale, mentre attorno a un addetto degli impianti di risalita ruotano dieci persone dell’indotto.

Numeri drammatici

A fare il punto della situazione è Andrea Colla, direttore di Monterosa 2000: «Le località sciistiche investono per mantenere le strutture e per avviare la stagione, a cavallo tra ponte dell’Immacolata e vacanze natalizie riescono a fare il 40% del fatturato totale della stagione. Attorno al mondo dello sci ruota l’indotto diretto come gli alberghi e l’indotto indiretto come artigiani che lavorano per la sistemazione delle seconde case o alberghi. Fatte queste premesse va detto che il fatturato di Monterosa 2000 si aggira attorno ai 5 milioni di euro, questo vuol dire che comporta una entrata di 40 milioni di euro per l’indotto».

Occupazione

C’è anche il discorso legato all’occupazione: «Monterosa 2000 durante la stagione occupa 85 persone, secondo gli studi vuol dire coinvolgere 850 persone dell’indotto diretto e 500 di quello indiretto. Nella media e alta valle abitano 3000 persone e 1800 sono in età di lavoro. Facendo un calcolo abbiamo saturato l’occupazione di tutta l’intera Valsesia. La chiusura dell’impianto di risalita vuol dire una perdita di 40 milioni di volume d’affari sul territorio e determina anche ad azzerare la capacità lavorativa». I rimedi? «La situazione è drammatica, l’unica possibilità è ormai legata esclusivamente alla concessione di ristori del Governo.
Le associazioni di categoria hanno già presentato documenti di proposte dove si chiedono strumenti di ristoro come in Francia. Si chiede di contribuire al ristoro del 70% delle spese, oltre al ristoro dei dipendenti e dei professionisti della montagna».

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