Attualità
Minusiere di vecchia scuola, Varallo ha detto addio a Emilio Botta
Nato a Scopelle, avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 28 febbraio. Il ricordo di Piera Mazzone.
Minusiere di vecchia scuola, Varallo ha detto addio a Emilio Botta. Avrebbe compiuto 79 anni il prossimo 28 febbraio.
Varallo ha detto per sempre addio a Emilio Botta
Riceviamo e pubblichiamo.
«Emilio Botta era nato a Scopelle il 28 febbraio 1944: se n’è andato in questo gennaio meteorologicamente incerto, lasciando un grande rimpianto nei suoi familiari, la moglie Paola e i due figli Simone e Maurizio, ma anche in coloro che l’avevano conosciuto, apprezzandone le capacità professionali d’eccellenza. Aveva frequentato la Scuola Barolo, acquisendo un’ottima formazione, sia nel disegno artistico, che in quello tecnico, tanto che era in grado di progettare e realizzare sia mobili che pavimenti, boiseries, infissi, serramenti, proponendo le sue soluzioni agli arredatori, che quasi sempre le accoglievano. Un commerciante di legnami, il signor Rotta di Boccioleto, ricorda che Emilio gli aveva recentemente rifatto una puleggia in legno che si era rotta, permettendo di rimettere in funzione un macchinario.
Così lo ricorda Arduino Vettorello, che lo considerava un artigiano di fiducia al quale aveva affidato lavori spesso complessi e il restauro di mobili antichi: “Emilio, che aveva anche fatto parte del Direttivo dell’Associazione Minusieri, conosceva perfettamente le caratteristiche dei nostri legnami: larice, abete bianco, faggio, noce, quercia e sapeva utilizzare ogni pezzo, valorizzandolo al meglio. Fui felice quando trasferì il suo laboratorio artigiano nell’area della ex manifattura Rotondi, dove lavorò fino ai primi di dicembre, dopo essere rientrato da un ricovero ospedaliero: in occasione degli auguri gli dissi che avevo un armadio sul quale solo lui avrebbe potuto mettere le mani, la replica, immediata e generosa, come era nel suo carattere, fu: par voi i’m camparia sota al trenu”.
Giovanna Vettorello, che conosceva Emilio sin da quando era bambina, lo ricorda impegnato in mille lavori in casa, sempre sereno, affabile e proteso verso la perfezione: “Caro Emilio voglio ricordare la quantità di ore che abbiamo condiviso: avevo sei anni quando hai cominciato a lavorare in casa, tu eri collaboratore di Albino Ferraris, lo storico falegname con laboratorio in via Cesare Battisti. Fui colpita dalla tua instancabile abilità di eccellente artigiano, per Te il lavoro era tutto, ma ricorderò soprattutto il tuo affetto burbero, l’affabilità nei confronti di tutti i membri della nostra famiglia, compresi i miei figli Riccardo e Filippo: eri di casa e ci mancherai molto”. A queste qualità di carattere e all’eccellenza artigiana Emilio aggiungeva la ritrosia e la modestia dei veri artigiani Valsesiani».
Piera Mazzone
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