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Negli ospedali scoppia il caso dei precari Covid. Tra Borgosesia e Vercelli si rischiano duecento operatori in meno

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Negli ospedali scoppia il caso dei precari Covid. Tra Borgosesia e Vercelli si rischiano duecento operatori in meno

Ospedali, scadono i contratti ai precari Covid

Esplode la “grana” dei sanitari assunti per l’emergenza Covid. Parliamo di oltre un centinaio di persone, tra Borgosesia e Vercelli, il cui contratto scade il 31 dicembre, e che l’Asl ha annunciato non essere intenzionata a rinnovare.

Poi sarà la volta di un altro centinaio, anche questi ultimi con contratto giunto al termine. In tutta risposta, le rappresentanze sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione.

“L’ubriacatura Covid è finita”

«Negli ultimi tavoli di confronto con le rappresentanze sindacali – spiega Mariella La Terra della Funzione pubblica Cgil – la direzione Asl ha dichiarato l’indisponibilità ad assumere non oltre l’ordinaria copertura del turn over, per vincoli economici e normativi. “L’ubriacatura Covid è finita”. Così la direzione avrebbe sintetizzato l’impossibilità di stabilizzare o almeno prorogare i contratti a termine».

Ma la carenza di personale è strutturale

Ma da più di un anno la Rsu rivendica l’assunzione dei tanti operatori arrivati con contratto a termine. Si tratta di infermieri, OSS, tecnici di radiologia e laboratorio, fisioterapisti, ostetriche, amministrativi, assistenti sociali.

«Tutti reclutati durante l’emergenza – sottolinea La Terra – ma che colmano, a tutti gli effetti, le evidenti e gravi carenze di organico che da anni sono presenti in Asl».

Proclamato lo stato di agitazione

In tutto, quindi, si tratta di circa 100 persone che potrebbero “sparire” dagli ospedali della zona dopo il 31 dicembre. E altrettante nei primi mesi del 2022. «Prima erano eroi, adesso solo numeri e spese da contenere».

Per rivendicare l’assunzione di questo personale precario la Rsu dell’Asl di Vercelli ha proclamato uno stato di agitazione di tutto il personale sanitario che verrà depositato in Prefettura.

La sanità provinciale rischia di implodere

«In questi giorni in cui anche l’Asl Vercelli sta lavorando ai tanto annunciati piani di potenziamento della sanità territoriale, all’abbattimento delle liste di attesa, alla riapertura dell’attività ordinaria, non si può non rimarcare che grandi progetti richiedono grandi investimenti in termini di personale e professionalità».

Secondo le Rsu, «Il taglio di lavoratrici e lavoratori che si sta prefigurando potrebbe mettere a serio rischio la tenuta della sanità provinciale, un’implosione in termini di cura, prevenzione e assistenza. Un danno alla qualità e alla quantità delle prestazioni con l’aggravio dei carichi di lavoro per il personale già particolarmente provato da quasi due anni di emergenza sanitaria.

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