Attualità
«Niente ”pacchetti nozze” alla Margherita». Il Cai contro Alagna
Non si potrà raggiungere la punta Gnifetti in elicottero per dirsi ”sì”
Questo matrimonio non s’ha da fare. I “bravi” e don Abbondio non c’entrano, ma intanto raggiungere la capanna Regina Margherita in elicottero per dirsi “sì” non sarà possibile. Alcuni sposi ci speravano, il sindaco di Alagna Roberto Veggi pure. Il Cai nazionale invece è stato di un altro avviso e dice di no di no a chi sogna di volare per sposarsi ai 4.554 metri del più alto rifugio alpino d’Europa. Un matrimonio in realtà solo ideale, perché le firme vanno fatte in municipio.
In ogni caso sarà un’esperienza, forse, solo alla portata delle coppie appassionate di montagna che, armate di ramponi e piccozza, sapranno arrivare a piedi in cima alla punta Gnifetti. Il “forse” è d’obbligo, perché anche questo scenario non è ancora sicuro: manca infatti il via libera ufficiale da parte del Club alpino italiano e sulle tempistiche non c’è alcuna certezza. Finché non verrà messo nero su bianco, comunque, gli unici a poter vantare un matrimonio a quelle altitudini saranno la borgosesiana Sara Cappellaro e il pugliese Salvatore Cassanelli, che a settembre fa si sono simbolicamente giurati fedeltà eterna alla capanna.
Nei giorni scorsi, intanto, a scagliarsi contro l’ipotesi di utilizzo degli elicotteri è stata la commissione interregionale Tutela ambiente montano del Cai, che ha affidato a un comunicato la sua totale contrarietà: «Il sindaco – si legge – avrebbe intenzione di organizzare una serie di “pacchetti matrimonio” da offrire ai novelli sposi. Che pacchetti? Viaggio in elicottero, aperitivo e salto del crepaccio in tacchi e abito da sposa? Cocktail di gamberi a 4mila metri e discesa in corda doppia in tight al suono della banda musicale? Siamo certi che si tratti di un’uscita estemporanea e fuori luogo, e che nessuno nel Cai si sogni di fornire viaggi in elicottero a sposi o altre amenità». Secondo la commissione piemontese e valdostana, gli enti locali dovrebbero smetterla «di organizzare le loro festicciole in quota impegnando il Cai in pratiche che non riconosce. Non riteniamo che le terre alte possano essere valorizzate con l’utilizzo indiscriminato di elicotteri per feste e sagre poco consone ai rifugi».
E la risposta di Veggi non si è fatta attendere: «Predicano bene e razzolano male. Il Cai fa un uso massiccio degli elicotteri, ad esempio per trasportare bibite e frutta fresca da vendere ai clienti dei rifugi. Perché se certe pratiche sono considerate poco consone al paesaggio d’alta montagna, continua a metterle in atto? Mi sembra evidente che, se si volesse dare al discorso una valenza etica, questa dovrebbe riguardare tutte le parti in causa, Cai compreso. I viaggi in elicottero per gli sposi – conclude il sindaco – sarebbero stati ben pochi e al contempo avrebbero permesso di soddisfare esigenze particolari, come quella espressa da due coniugi affetti da sclerosi multipla, che, impossibilitati a raggiungere a piedi la capanna Margherita, pensavano comunque di poter rinnovarsi la promessa nuziale nel luogo desiderato. Quando mi hanno scritto ho risposto loro che l’integralismo ambientalista di cui il Cai è vittima non permetterà deroghe».
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