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Non vogliamo restare senza medici: la Valsessera raccoglie firme
Non vogliamo restare senza medici: la Valsessera raccoglie firme. I promotori sono i sindaci dei Comuni della Valsessera (Ailoche, Caprile, Coggiola, Crevacuore, Portula, Pray e Sostegno in provincia di Biella, Postua e Guardabosone in provincia di Vercelli), ricadenti nel distretto sanitario Valsesia dell’Asl Vercelli, che hanno deciso di provare a smobilitare le acque. La petizione verrà presentata all’assessore regionale alla sanità. Tutti i cittadini interessati possono recarsi in municipio a firmare nelle ore di apertura,
Una petizione popolare
«Abbiamo preso atto della progressiva riduzione della presenza sul territorio dei medici di assistenza primaria, che per ragioni di età concludono la propria carriera lavorativa e conseguentemente l’operatività in Valsessera – scrive il sindaco di Crevacuore Ermanno Raffo insieme agli altri primi cittadini -. Al momento la loro presenza nel territorio valsesserino non viene sostituita costringendo i nostri cittadini a trasferte in altre aree per poter continuare ad usufruire del servizio medico». Da parte dell’Asl Vercelli poi non sono state risposte esaustive, da qui la decisione di organizzare una raccolta di firme per sollecitare l’intervento dell’assessore alla sanità Franco Genesio Icardi al fine di garantire il mantenimento dell’assistenza primaria sul territorio della Valsessera a tutela dei cittadini, che lavorano e vivono in aree di montagna, continuando a garantire con la loro presenza la difesa stessa del territorio montano.
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«Rimarremo senza medici»
Tra l’altro la situazione nell’arco di poco tempo potrebbe peggiorare. «Nella breve previsione di due o tre anni quasi tutti i medici attualmente operativi e presenti in Valsessera termineranno la propria attività ed il nostro territorio si troverà totalmente scoperto – osservano i sindaci -ed i cittadini saranno costretti a spostarsi verso altre aree (bassa Valsesia o alta Valsesia), per poter usufruire dei fondamentali servizi attualmente garantiti». I sindaci ricordano ancora: «Il medico di base è il responsabile della cura globale della persona, garantisce l’accesso del cittadino al sistema sanitario nazionale e ha il compito di coordinare sotto la sua responsabilità l’intera vita sanitaria e psicologica dei suoi pazienti, concordandone una strategia diagnostico-terapeutica complessiva». Tra l’altro i sindaci avevano chiesto anche un incontro proprio con la Regione per affrontare il tema.
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Rosa lucia lionetti
4 Marzo 2022 at 13:15
Come al solito la sanità fa i tagli e chi ci va di mezzo? La popolazione ,la nostra sanità sta diventando come quella americana: che ha i soldi si cura nelle cliniche private.